L’arrivo di Stankovic alla Sampdoria e uno spirito finalmente battagliero e il confronto con il recente passato.
La salvezza della Sampdoria – almeno quella sul campo – è ancora possibile. L’impatto di Stankovic sulla squadra già dalla gara pareggiata a Bologna si è visto. Il mister serbo ha mostrato subito una certa personalità anche nel saper leggere la partita in corsa e la mia sensazione – in attesa di ulteriori riprove (la Roma lunedì sarà un esame pesantissimo) – è positiva.
Intendiamoci: la squadra continua ad avere dei limiti un po’ in tutti i reparti e soprattutto in quello offensivo, dove non ci sono troppe soluzioni e dove di sicuro qualcuno (Caputo e Gabbiadini) deve dare di più. E però resto dell’idea che questa Sampdoria pur coi suoi limiti e al netto di una situazione societaria complicata (che non deve però essere un alibi) abbia tutte le carte in regola per risalire la china.
Anche perché parliamoci chiaro i problemi nella zona bassa della classifica riguardano anche molte altre squadre. Stankovic può essere l’uomo giusto per dare la giusta personalità a una squadra che chissà perché (era già successo con MIhajlovic quasi dieci anni fa…) ha sempre bisogno di essere motivata e caricata per credere davvero in se stessa.
Evidentemente fa parte del dna sampdoriano: c’è sempre bisogno di qualcuno che trasformi gli agnelli in leoni. Comunque sia ben venga Stankovic che – al di là della carta d’identità – ha già alle spalle l’esperienza alla Stella Rossa e da giocatore ha sempre giocato ai massimi livelli con allenatori e compagni importanti, non solo Mourinho.
Sampdoria, Stankovic: l’allenatore della grinta e della concretezza
Sampdoria: ben venga Stankovic, basta filosofia…
LEGGI ANCHE Cessione Sampdoria, Primocanale: Di Silvio non vuole Garrone. L’indiscrezione
L’allenatore della grinta ma anche della concretezza. Mira a fare punti, non parla di bel gioco e soprattutto non fa il filosofo. Bene così, questo cambio di orizzonte non può che far bene a una squadra che ora non può più nascondersi e deve prendersi le sue responsabilità.
La Sampdoria è arrivata a questo cambio in panchina anche con colpevole ritardo, visto il flop del Giampaolo bis. Se le cose al tecnico abruzzese erano andate bene nel suo precedente triennio 2016-2019 (quando però la società aveva i conti in ordine e poteva contare su giocatori di maggiore qualità, poi regolarmente valorizzati dallo stesso Giampaolo e venduti sul mercato) a questo giro è andato quasi tutto male.
Giampaolo ha pagato probabilmente anche per colpe non sue (ad oggi per esempio l’operazione Winks pare molto simile a quella con Giovinco l’anno scorso) ma insomma anche lui ha sbagliato molto. E soprattutto non è riuscito mai davvero a intercettare gli umori della squadra, di questa squadra. Anche nella scorsa stagione quando la Sampdoria si salvò forse più per i demeriti altrui che per i meriti propri, chiudendo a soli 36 punti.
Sampdoria, il Giampaolo bis è stato un bluff
Sampdoria: ben venga Stankovic, basta filosofia…
LEGGI ANCHE Cessione Sampdoria, Primocanale: Francesco Di Silvio a Genova
Qualcuno davvero può pensare che la squadra abbia tra virgolette giocato contro Giampaolo nella gara col Monza, favorendo il suo esonero? No, non credo si possa dire questo. Perché allora lo avrebbe fatto anche con la Salernitana (non solo quest’anno ma pure nella sfida salvezza horror dello scorso aprile a Marassi) o nel secondo tempo di Verona.
Senza dimenticare gran parte del match perso alla Spezia, con solo quei venti minuti finali più di pancia che di prestazione vera per i blucerchiati. E forse viste le difficoltà della Juve attuale oggi andrebbe anche soppesato in modo diverso quello 0-0 a Marassi coi bianconeri. Mentre il pari con la Lazio arrivò quasi dal cielo con quel gol nel finale di Gabbiadini.
La Sampdoria del Giampaolo bis è stato un bluff, un’illusione: qualcuno pensava di poter rivedere la squadra sui livelli di gioco che appartenevano al passato. Ma quei livelli di gioco – parliamoci chiaro – non si sono mai rivisti. Oggi con ogni probabilità Giampaolo – dopo i tre successivi fallimenti a Milano, Torino e Genova – dovrà iniziare a riflettere anche sui suoi errori. Il ritorno alla Sampdoria era forse la sua ultima grande occasione per allenare a certi livelli.
Ben venga dunque Stankovic, e ben venga uno spirito diverso e finalmente battagliero, concreto e non teorico. La squadra deve dimostrare di stare in campo, di combattere, di fare se possibile qualche fallo in più degli avversari, di non mollare un centimetro. E chi magari non mostra di essere al top (abbiamo visto le sostituzioni di Sabiri e Gabbiadini a Bologna) non avrà sempre il posto garantito in squadra, com’è giusto che sia.
Perché la salvezza sul campo di questa Sampdoria – in attesa che un nuovo corso societario possa dare certezze reali anche sul futuro – resta un’impresa non semplice ma possibile.