Sampdoria, Bobo Vieri e l’incubo Vierchowod. La storia raccontata ieri sera in diretta su Twitch alla BoboTv.
Mentre la Sampdoria si prepara ad impostare la prossima stagione di serie A, con alcuni rinnovi dirigenziali, il nuovo allenatore che sta per essere annunciato, e il calciomercato che sta per iniziare, è tempo di ricordi. Ieri sera in diretta sulla piattaforma Twitch, alla BoboTv, è stato nominato uno dei senatori della Sampdoria. Di quella Sampdoria capace di vincere lo scudetto nella stagione 1990-1991 e di arrivare in finale di Champions League, l’anno successivo, persa a Wembley contro il Barcellona.
Stavolta non si tratta di Roberto Mancini o Gianluca Vialli, alle prese con gli Europei, ma stiamo parlando di Pietro Vierchowod. A nominarlo è stato lo stesso Bobo Vieri che nelle sue parole ha ricordato le sfide contro di lui. La marcatura a uomo di Vierchowod, il suo modo di giocare addosso all’attaccante. La sua marcatura asfissiante. Una tecnica che ha regalato molte soddisfazioni a lui personalmente (è stato nominato miglior difensore centrale della serie A nella stagione 183-1984) e a livello di club con vari trofei vinti. Anche da capitano della Sampdoria, quando vinse la Coppa Italia nel 1994.
Sampdoria, Vieri ricorda Lazio-Piacenza, marcato da Vierchowod
Sampdoria, Bobo Vieri e l’incubo Vierchowod. La storia
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Queste sono state le parole di Bobo Vieri in diretta su Twitch
Vi dico un nome di un difensore che ti ammazzava di botte e ti stava attaccato per tutta la partita: Pietro Vierchowod. L’anno scorso abbiamo giocato a calcetto, a 60 anni gioca ancora così. Credetemi è stato il miglior marcatore della storia. Uomo contro uomo non tocchi una palla. Ti mangia.
In particolare Vieri ha ricordato un aneddoto di quando Vierchowod aveva 40 anni e giocava nel Piacenza.
Vi racconto questa: Lazio – Piacenza del 1999, lui aveva 40 anni. Palla lunga dopo un calcio d’angolo, io e Salas partiamo in contropiede con Marcelo che aveva la palla tra piedi. Vierchowod, rimasto da solo in mezzo a noi due, corre indietro. Ad un certo punto si stacca da Salas e frana direttamente addosso a me, lasciando libero Marcelo di calciare in porta. Allora io gli urlo: “Hai rotto il ca**o! Perché non sei andato su Salas? La palla ce l’ha lui”. E lui: “No no! Possono segnare tutti, ma tu non mi fai gol!” Quando dovevo giocarci contro, la sera prima mi saliva l’angoscia. Graffi, tirate di maglie, entrate, scivolate con i tacchetti da 17. Un vero e proprio sceriffo!