L’ormai ex dirigente della Sampdoria Carlo Osti ha ripercorso il suo periodo in blucerchiato: dall’arrivo con Garrone al rapporto con Ferrero, fino all’addio
Carlo Osti ha lasciato definitivamente la Sampdoria dopo undici anni. Al netto della sospensione voluta da Massimo Ferrero tra il settembre e il dicembre 2021, il dirigente, nell’ultimo organigramma in carica come “responsabile delle aree tecniche”, ha vissuto molto a Bogliasco, salvo, però, esser lasciato da parte negli ultimi mesi del suo contratto, scaduto il 30 giugno.
Al Secolo XIX Osti ha ripercorso la sua carriera in blucerchiato, iniziata nel dicembre 2012, quando fu Edoardo Garrone a portarlo a Genova:
Gli sarò sempre grato. Grazie a lui ho potuto conoscere e vivere questo club meraviglioso. Di solito arrivava a Bogliasco il sabato mattina con la sua smart gialla, si informava, chiacchierava. Durante il periodo della sua presidenza, ho avuto un con lui un buon rapporto, mantenuto anche dopo. Penso che tra noi ci sia stima reciproca.
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E poi, il 12 giugno 2014, l’arrivo di Massimo Ferrero. Con l’ex presidente si è sviluppato subito un rapporto forte. Qualcosa, però, negli anni iniziò a cambiare, con il “viperetta” che preferiva appoggiarsi ad altre persone per il mercato:
La mattina della sua presentazione l’impatto è stato forte. Si dimostrò, da subito, un uomo istrionico, informale, provocatorio, quasi pirandelliano. Mi accorsi, molto presto, che aveva saputo assemblare un gruppo di lavoro nel quale riponeva grande fiducia, concedendo la massima autonomia. Con lui ho passato tanti anni gratificanti sotto l’aspetto professionale, ma poi qualcosa inspiegabilmente si ruppe e mi accorsi che non apprezzava più il mio modo di fare calcio particolarmente trasparente e poco “elastico”, preferendo appoggiarsi ad altre persone.
Fino ad arrivare alla sospensione del 2021, terminata a dicembre quando, dopo l’arresto di Ferrero, cambiarono presidente e Consiglio d’Amministrazione:
Quello che successe nel settembre 2021 non me lo sarei mai aspettato e ancora oggi per me resta incomprensibile. Da quel momento non ci siamo mai più sentiti.
Fino ad arrivare agli ultimi mesi. Una situazione molto difficile con Osti (e Daniele Faggiano) di fatto esautorati dalle loro cariche, senza la possibilità di andare a Bogliasco e in attesa del termine del contratto. Qualcosa, però, si era rotto già nell’estate del 2021, quando Osti percepì un cambiamento in Massimo Ferrero, diventato – a suo dire – molto più nervoso:
Capivo che ogni giorno che passava la situazione diventava sempre più difficile e complicata. Nello stesso tempo, non potendo più frequentare Bogliasco, non sono riuscito a dare il contributo che avrei voluto. La vera percezione che la situazione stesse precipitando l’ho avuta però nell’estate del 2021, quando ritrovai un Ferrero cambiato anche caratterialmente, aveva perso quel suo modo di fare sempre positivo, ed era diventato molto più nervoso.