Chicco Evani fu uno degli ultimi colpi di Paolo Mantovani per la Sampdoria: un colpo voluto fortemente anche da Roberto Mancini
Dopo una vita al Milan Chicco Evani ha scelto la Sampdoria nell’estate del 1993. Fu uno degli ultimi colpi di Paolo Mantovani, che in un solo colpo portò via ai rossoneri lui e Ruud Gullit, simboli della squadra che rivoluzionò il mondo del calcio.
La scelta è stata spiegata dallo stesso Evani in un’intervista all’edizione genovese de La Repubblica:
Alla fine del campionato erano in programma i Mondiali negli Stati Uniti e ho scelto di venire a Genova per poter giocare con maggiore continuità e avere più possibilità di essere convocato, come poi è successo.
Merito anche di Robert Mancini, che durante i ritiri con la Nazionale ha fatto un pressing asfissiante su Evani, per convincerlo a raggiungerlo alla Sampdoria:
Roberto Mancini ha insistito tanto durante i ritiri con l’Italia. Mi ha raccontato della società e di tutto il resto e mi ha trasmesso questa sua grande passione per il blucerchiato. Alla fine mi ha convinto ed è stata certamente una scelta giusta.
Sampdoria, Evani: quella squadra era speciale
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Era una Sampdoria con qualcosa di speciale. Una Sampdoria indimenticabile, forgiata da Paolo Mantovani e che poteva contare – come ora – su un apporto straordinario dei tifosi e de La Sud:
Cosa aveva di speciale? Tutto o quasi, con un presidente molto affezionato e generoso. Non potevo fare una scelta migliore. Piazza, affetto dei tifosi, la squadra molto forte: potevamo anche fare qualcosa in più. Mancava solo un po’ di esperienza in qualche ruolo. Sacchetti e Bucchioni, ad esempio, erano alle prime esperienze, avevano bisogno di tempo. Erano ragazzi affidabili e di qualità, ma contano anche le partite disputate.
Chicco Evani contribuì all’ultimo successo della storia della Sampdoria. Quella Coppa Italia del 20 aprile 1994. Trent’anni fa, nella finale di ritorno al Ferraris contro l’Ancona per una notte di festa rimasta ancora nella mente dei tifosi:
Questo successo, nonostante abbia collezionato tanti trofei in carriera, ebbe un sapore particolare, perché non avevo mai vinto la Coppa Italia. L’avversario era di serie B, ma all’andata aveva creato problemi e non eravamo andati oltre il pareggio senza reti, con qualche sofferenza. Nel calcio non c’è mai nulla di facile.