Le sette mosse con cui Pirlo ha portato la Sampdoria alla vittoria contro il Cosenza: dal discorso all’intervallo alla presenza di Borini…
La Sampdoria ha interrotto il tabù del Luigi Ferraris, vincendo per 2-0 contro il Cosenza. I tre punti hanno la firma di Fabio Borini, autore di due goal, di Filip Stankovic, che ha compiuto parate decisive, e di Andrea Pirlo che ha stravolto la squadra in sette mosse, descritte dal Secolo XIX.
La prima mossa, la più evidente, ha riguardato il modulo. Senza esterni, con Fabio Depaoli costretto a fare il terzino, Pirlo ha optato per un 4-3-2-1 con Fabio Borini e Valerio Verre liberi di svariare alle spalle di Sebastiano Esposito. Proprio Borini, poi, ha evidenziato il secondo fattore: la forza e l’unità di un gruppo che ha vinto “da uomini”. E qui si arriva al terzo punto: l’approccio alla partita, in cui è prevalsa la voglia di vincere. Grazie anche al primo colloquio con il mental coach Roberto Re, avvenuto nella giornata di sabato 21 ottobre.
Sampdoria-Cosenza, Pirlo si è fidato dei giovani e di Borini
Sampdoria-Cosenza, Il Secolo XIX, il discorso nell’intervallo e non solo: le 7 mosse di Pirlo
LEGGI ANCHE Cessione Sampdoria, con Manfredi l’advisor Mark Chew: presente anche con il Pisa…
Pirlo, poi, l’ha vinta anche fidandosi dei giovani. Non aveva molta scelta, ma la coppia centrale 2003 composta da Daniele Ghilardi e Facundo Gonzalez, nonostante qualche scricchiolio, ha dato buone indicazioni. Con, in più, la presenza in campo di Gerard Yepes, Filip Stankovic e Sebastiano Esposito, classe 2002, che stanno diventando sempre più centrali in questa squadra.
Il tecnico, poi, ha rinforzato la mediana con i muscoli di Stefano Girelli, che, in realtà, non ha fatto una buona partita, e Ronaldo Vieira, a cui si sono aggiunti quelli del subentrato Pajtim Kasami. Andrea ha ritrovato Borini, finalmente leader, e ha, come ultima mossa, rigenerato la squadra negli spogliatoi. Il discorso nell’intervallo è stato molto chiaro:
Ai ragazzi ho detto che era il momento giusto. Si sentiva che eravamo entrati in partita, mancava poco per quel che volevamo realizzare, dovevamo solo spingere di più, trascinare la nostra gente, giocavamo sotto la Sud, sapevamo che ci avrebbero dato la spinta che serviva.