Sampdoria-Venezia partita dove prevarranno le motivazioni, D’Aversa vuole vedere nei suoi la carica del derby. E smentisce l’assunzione di un mental coach.
Si riduce sempre di più l’attesa per la partita tra Sampdoria e Venezia, che chiuderà così una settimana costellata di vittorie importanti (sul piano sportivo) per i blucerchiati di Roberto D’Aversa. Sarà una sfida importantissima, anche per dare lustro e continuità alle due vittorie del derby e contro il Torino in Coppa Italia. Ma soprattutto in ottica salvezza, con la squadra di Paolo Zanetti che, al momento, rimane sotto la Sampdoria ma ha dimostrato di sapersela giocare anche contro le grandi.
D’Aversa nel pre partita ha dimostrato di non temere i prossimi avversari della sua Sampdoria, ma di non volerli nemmeno sottovalutare:
Le qualità del Venezia le conosciamo. Non hanno giocatori famosi ma sono comunque importanti e di prospettiva. In campo aperto ti fanno male, non bisogna ragionare sull’avversario in base al nome. Il nostro obiettivo è dare continuità dopo il successo di Salerno. Vorrei si vedesse quell’atteggiamento come se si stesse affrontando il derby
La partita contro il Venezia parte in un certo senso già benedetta da D’Aversa. Tutto grazie ad un precedente che lo coinvolge direttamente, risalente ai tempi in cui era un giocatore della Sampdoria:
Vincemmo in casa. Arrivai a gennaio, gran parte delle partite le vincemmo a Marassi perchè ci supportarono i tifosi. I miei ricordi sono quelli e vorrei si tornassero a vivere quelle emozioni
Sampdoria-Venezia, D’Aversa: “Mental coach? I meriti sono della squadra”

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In termini di supporto dei tifosi della Sampdoria, in realtà, D’Aversa non riesce a smettere di ringraziarli per il tifo caldissimo del derby:
I tifosi della Sampdoria nel derby ci hanno aiutato, anche se i genoani erano di più. Il dottore mi ha consigliato di mandare la squadra sotto la Gradinata Sud perché quelle emozioni poi si riportano in campo
Emozioni che rimangono dentro e producono motivazioni. Forse è questa la chiave dei due recenti successi della Sampdoria. Un qualcosa che è scattato nella testa dei giocatori e ha dato loro la spinta giusta. Così che D’Aversa, anche se favorevole, nega il ruolo di un mental coach per aiutare l’aspetto motivazionale del suo gruppo squadra:
Ad oggi che io sappia non abbiamo assunto una figura del genere anche se sono favorevole a questo. Quanto fatto ora è merito solo dei ragazzi. Gli unici responsabili e artefici del fatto che si è usciti da una situazione particolare sono loro, aiutati da un ambiente che si è compattato attorno ai ragazzi e ha cercato di trarre il meglio dalla situazione