L’abolizione del Decreto crescita da parte del Governo divide il calcio italiano: esulta l’AIC con Calcagno, Marotta parla di danno irrimediabile
Dopo mesi di discussioni e polemiche, il Governo ha deciso di abolire il Decreto crescita per il calcio, introdotto in tempi di Covid come misura per agevolare fiscalmente l’arrivo in Italia di lavoratori dall’estero, in questo caso i calciatori. Inizialmente sembrava che potesse essere prorogato fino al 29 febbraio 2024, salvando così il calciomercato di gennaio alle porte. Ma poi ha cambiato idea, tranciando così le speranze di manovra delle squadre.
Il calcio italiano si è diviso nelle reazioni in merito a questo decreto. L’Associazione Italiana Calciatori, per esempio, si è detta soddisfatta per questa decisione. Una vera e propria battaglia portata avanti dal suo presidente, l’ex calciatore della Sampdoria Umberto Calcagno, che infatti ha dichiarato:
Abbiamo appreso con grande soddisfazione la notizia dell’abrogazione, anche per gli sportivi, della norma sugli impatriati contenuta nel Decreto Crescita, previsione che penalizzava l’intero movimento calcistico nazionale. Finalmente dal 1 gennaio 2024 calciatori italiani e stranieri potranno competere sullo stesso piano; per questo, ringrazio chi nel governo e nelle forze politiche si è mostrato sensibile alle nostre istanze e alle sorti del calcio italiano, per tutelare lo sviluppo della filiera del nostro mondo e il futuro della Nazionale
Abolizione Decreto crescita, il calcio italiano è diviso: Marotta replica a Calcagno
Sampdoria, Decreto crescita: scontro tra Beppe Marotta e Umberto Calcagno
LEGGI ANCHE Serie B, Marco Borriello: la Sampdoria non mi ha deluso
Completamente opposta a quella dei calciatori la visione sul Decreto crescita dei club di Serie A. Già Claudio Lotito a caldo si era espresso in modo contrario e alla sua voce sia è unita quella di Beppe Marotta. Ai microfoni di Sky Sport, l’amministratore delegato dell’Inter, recentemente presente al Ferraris a vedere la Sampdoria, sottolinea quelli che saranno i pericoli, anche imminenti, che correrà il calcio italiano:
Nel momento in cui il calcio italiano sta risalendo la china nel ranking, dove tre squadre l’anno scorso hanno disputato le finali europee, e che due club saranno al Mondiale per Club, l’abolizione del Decreto Crescita è un autogol per il mondo del calcio e per l’economia del Paese. L’agevolazione fiscale rappresentava uno strumento per facilitare l’ingresso in Italia di giocatori di chiaro interesse, adesso è un handicap, e il danno prodotto sarà irrimediabile, anche per l’indotto che il calcio riesce a produrre