Enrico Mantovani, dopo il silenzio in seguito alla morte di Gianluca Vialli, ha parlato della cessione della Sampdoria, vissuta come una liberazione
Enrico Mantovani è tornato a parlare della Sampdoria. Dopo il lungo silenzio, in seguito alla morte – il 6 gennaio – di Gianluca Vialli, il figlio dello storico presidente blucerchiato ha spiegato il perché di questo silenzio e, a La Repubblica, ha parlato del rapporto che aveva con il compianto numero 9:
Mi sono chiuso nel silenzio quel 6 gennaio, quando ci ha lasciato Luca. Per me, per tutta la mia famiglia, è stato un dolore enorme, la perdita di una persona che ci è stata, mi è stata, sempre vicina nei momenti anche di difficoltà personale. Lui c’era. E poi la tempesta emotiva abbinata a quello che stava succedendo alla Sampdoria, sapendo quanto lui desiderasse coronare il suo sogno di tornare.
Un sogno che, purtroppo, Luca non è mai riuscito a coronare. La Sampdoria, però, ora è riuscita a uscire dalla situazione drammatica in cui si stava infilando. E proprio l’accordo sulla cessione ha fatto rompere il silenzio a Enrico Mantovani, che, già dalla partita con il Sassuolo aveva ricevuto notizie:
Qualche giorno fa, ho sostituito tutto con una immagine di lui che esulta, perché alle notizie degli ultimi giorni lui avrebbe reagito così, era quello che desiderava. La prima svolta per me è stata la sera di Samp-Sassuolo. Durante la partita, ho iniziato a ricevere notizie sulla possibile accelerazione con Radrizzani. Mi veniva da piangere pensando a Luca.
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Mantovani, che della Sampdoria è stato anche presidente, al momento analizza la situazione solo da tifoso. Dalle sue parole si percepisce l’entusiasmo per un passaggio di proprietà che ha tolto il club “fuori dall’acqua”:
Scusate, ma io continuo a essere entusiasta. Io voglio gioire a guardare dove ero. Stavo affogando e mi hanno tirato fuori dall’acqua, io prima di valutare l’imbarcazione dove mi trovo, mi godo l’ossigeno e respiro a pieni polmoni.
Un ruolo importante, in questi mesi, è stato ricoperto da Marco Lanna. E proprio con l’attuale presidente si conclude l’intervista a Mantovani, che non esclude a priori un futuro dell’ex giocatore nella nuova società della Sampdoria dopo aver vissuto un periodo tanto complesso:
Quando parlavo con Marco, percepivo una sofferenza pazzesca, si è trovato in una situazione durissima con quello che ha dentro, è di Genova è tifoso della Sampdoria, ne è stato un grande giocatore. Penso abbia perso dieci anni della sua vita, bisogna fargli un monumento. Futuro con nuova proprietà? Saranno loro a decidere, e hanno tutto il diritto di farlo come ritengono meglio. Ma i gradi Marco se li è meritati tutti.