Enrico Nicolini ha analizzato pregi e difetti di Daniele Ghilardi e Sebastiano Esposito, due giovani della Sampdoria con ampi margini di miglioramento
La Sampdoria in questa stagione ha puntato moltissimo su Daniele Ghilardi, difensore centrale classe 2003 che ha giocato tutte le 13 partite di campionato, di cui le ultime 11 stando in campo per tutti i novanta minuti. Ha commesso qualche errore in queste gare, che Enrico Nicolini, a Telenord, ha provato a spiegare.
Il problema di Daniele Ghilardi, dovuto probabilmente alla giovane età e alla poca esperienza, è l’eccessiva irruenza negli interventi che, dentro l’area, può essere – ed è stata – molto pericolosa, come contro il Sudtirol:
Deve capire che quando sei dentro l’area non puoi ragionare come quando sei a centrocampo e purtroppo lui in questo momento fa la stessa cosa. Abbiamo la difesa più giovane d’Italia. Stankovic, Giordano, Facundo e Ghilardi. Parliamo di tutti ventenni.
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Modena-Sampdoria è stata anche l’occasione del primo goal in maglia blucerchiata di Sebastiano Esposito, alla nona partita, di cui le ultime sette giocate dal primo minuto. Enrico Nicolini riconosce la forza tecnica del giovane attaccante di Castellammare di Stabia, e il potenziale, ma deve capire che, per essere determinanti, non basta saper giocare a pallone. La squadra ha bisogno di più supporto da parte sua:
Dal punto di vista tecnico è un giocatore fortissimo. Deve ancora entrare nell’idea che la squadra ha bisogno del supporto. Lui però ha delle grandi qualità, un tiro incredibile, la punizione di ieri. Un giocatore di prospettiva, ha le qualità per diventare un giocatore importante. Deve entrare nell’ordine delle idee che nel calcio non basta saper giocare a pallone, è la base ma poi servono anche altre cose. Non è mai stato un titolare, ovunque abbia giocato ha sempre fatto degli spezzoni di partite.