Enrico Nicolini ha commentato il nuovo assetto tattico con cui Sottil schiererà la Sampdoria a Palermo: ma non bisogna dipendere da Pedrola
La Sampdoria cambierà modulo a Palermo. Il tecnico Andrea Sottil si è deciso nell’abbandonare, momentaneamente, la difesa a tre. Spazio alla linea a quattro e al 4-2-3-1 con cui – si spera – i blucerchiati potranno iniziare a dare una svolta alla loro stagione.
Sul cambio di modulo si è espresso anche Enrico Nicolini. L’ex giocatore e ora tifosissimo della Sampdoria ritiene che, più che un fatto mentale, il discorso tecnico-tattico conti più di tutto. Servono giocatori complementari e non sempre può essere ridotto il discorso a una questione di moduli:
In una situazione del genere qualsiasi cosa avesse poteva essere usata contro di lui. Io rimango della mia idea, la mentalità può portare qualche punto in più ma poi è il discorso tecnico-tattico che conta più di tutto. Questo vuol dire avere un organico con giocatori complementari, con una discreta esperienza, e mettere i giocatori al loro posto. Come abbiamo detto più volte, in difesa non è tanto questione di mettersi a 3, 4, 5, i giocatori sono quelli e mancano di esperienza. Per Bellemo, Romagnoli e Silvestri ho condiviso la scelta, ma poi non hanno reso. Ci può stare, capita, non puoi saperlo a priori. La difesa però è infarcita di giovani ed è questo che condiziona il fatto che i risultati siano sulla falsariga dell’anno scorso.
Sampdoria, Nicolini: cambio di modulo forzato
Sampdoria, Enrico Nicolini: non possiamo sperare che Pedrola vinca da solo
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Senza Massimo Coda, ma con Estanis Pedrola e Gennaro Tutino non è detto che l’attacco ne esca rinforzato. Nicolini, a Telenord, commenta la nuova possibile disposizione tattica. L’assenza di un nove come Coda, fuori per almeno un mese, può pesare molto:
Al di là del fatto che Coda non ci sarà, se tu metti dentro Pedrola e tiri fuori Coda non rinforzi l’attacco, paradossalmente lo indebolisci.
La Sampdoria, tuttavia, non può pensare che basti il solo Pedrola a vincere le partite. Il peso della manovra non può pendere – secondo Nicolini – interamente sull’attacco:
Se andiamo a Palermo e giochiamo con Tutino centravanti, non per forza miglioriamo il potenziale offensivo della squadra solo perché hai sulla trequarti Pedrola e Akinsanmiro. In ogni caso, il cambio modulo è abbastanza forzato perché se volevi continuare sulla falsariga di prima, uscendo Bereszyński, dovevi giocare con Riccio, Romagnoli, Vulikić. Però non puoi delegare tutto all’attacco e sperare che Pedrola vinca le partite da solo.