Francesca Mantovani, figlia dello storico presidente della Sampdoria, commenta l’abbraccio dopo la finale tra Vialli e Mancini: due cuori blucerchiati
L’amicizia tra Roberto Mancini e Gianluca Vialli è stata uno degli elementi che hanno consentito all’Italia di raggiungere il successo. Un’amicizia che è tutta nell’abbraccio commuovente dopo la vittoria di Wembley. Il gesto ha fatto piangere anche Francesca Mantovani, figlia dello storico presidente, che a Repubblica:
Mi sono messa a piangere con loro. L’inizio di tutto è stato la partita con l’Austria, quando Luca al nostro gol è saltato in piedi ed è andato ad abbracciare il Mancio. È stata la cosa più emozionante di quella sera vedere la gioia sul volto di Vialli. Il mio cuore è con Luca, è normale che io pensi al periodo che sta passando a livello personale, non riesco a scinderlo dalla battaglia che sta combattendo. È la persona per la quale sono più felice.
La vittoria proprio a Wembley 29 anni dopo non cancella, però, il dispiacere per la sconfitta in finale della Sampdoria:
Non vorrei fare un paragone totale, non è che vittoria di domenica cancelli il dispiacere per la sconfitta di Wembley. in Coppa Campioni. Forse per loro può essere in parte così, per me come tifosa non è paragonabile. La Samp viene prima di tutto.
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A Repubblica, poi, la figlia del compianto presidente svela il suo errore durante la finale di Coppa dei Campioni del 1992:
Mi ricordo il mio più grave errore, non aver visto la finale di Coppa Campioni vicino a mio padre. Sin da bambina assistevo alle partite a fianco a lui, ma quel giorno il cerimoniale non lo permise e io avrei dovuto chiedergli di spostarsi in un altro settore della tribuna con me come aveva fatto a Goteborg per la finale di Coppa Coppe.
La dedica di Roberto Mancini dopo la finale, ma anche il gruppo creato con tutti gli ex blucerchiati sono il segno della grandezza di Paolo Mantovani. Un presidente che è riuscito a creare qualcosa di unico:
È stato un qualcosa di inaspettato. Soprattutto perché Mancini ha detto quelle parole in un momento immediato dopo la partita, a caldo. Il gruppo? Mio papà è stato troppo bravo, è stato il presidente numero uno per distacco. La sua grande forza è stata quella di saper instaurare un rapporto con i giocatori molto speciale, e lo stesso con i tifosi.