Manolo Gabbiadini, dopo l’infortunio al ginocchio, si sta preparando per la prossima stagione: partirà per Ponte di Legno con la Sampdoria
Manolo Gabbiadini sta tornando. L’attaccante della Sampdoria, a quattro mesi e mezzo dalla rottura delle legamento crociato, sta lavorando duramente per essere pronto per la prossima stagione. E, al Secolo XIX, ha confermato la sua partenza per Ponte di Legno:
Durante la riabilitazione il ginocchio non si è mai gonfiato, non mi ha mai fatto male dopo il lavoro. Sarò a Ponte di Legno, a luglio farò la parte atletica con la squadra ma eviterò i contrasti, niente partitelle e possesso palla. Sto spingendo, manca l’ultimo step, fondamentale, per arrivare ad agosto a lavorare più pienamente con i compagni.
Gabbiadini sta lavorando ogni giorno e, dopo essere stato a Bologna, sta continuando a Milano Marittima, sul campo del Cervia. Palestra e lavoro con il pallone, ma senza fissare una data precisa:
La settimana scorso mi sono allenato a Bologna, ora sono a casa mia, a Milano Marittima, e lavoro sul campo del Cervia Mi divido tra palestra e terreno di gioco, lavoro con la palla. Una data per il rientro? Non so, solo sfidando compagni e avversari in campo vedi a che punto sei. So che ci vorrà ancora tempo a tornare al livello degli altri ma sono felice per come sta andando.
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Cancellare e ripartire. Gabbiadini, che negli ultimi due anni ha avuto anche i problemi all’ernia e alla caviglia, ha colto questo infortunio per poter lavorare meglio su se stesso:
Voglio solo cancellare presto quanto successo. Questo infortunio mi ha aiutato molto. Ora, purtroppo, ho avuto questa possibilità, e la sfrutto in positivo. Mi sento migliorato e credo veramente di poter tornare più forte.
Il momento più duro, senza dubbio, il giorno dopo:
Il giorno dopo l’infortunio togli la fasciatura vedi il ginocchio gonfio, ti fanno la risonanza, realizzi che starai fermo per mesi: è una mazzata. E nei primi 15-20 giorni il dolore è stato forte. Poi ho iniziato la riabilitazione a Bogliasco ed è andata subito molto meglio anche se era dura vedere i compagni andare in campo mentre io tornavo a casa.