Alla Sampdoria Tutino si è calato in un nuovo ruolo che Sottil gli chiede: non solo un bomber, ma anche un assistman dai numeri notevoli
Da numero 9 a numero 10. È il passaggio che ha compiuto Gennaro Tutino quando si è trasferito dal Cosenza, dove indossava la 9, alla Sampdoria, dove quella maglia era già presa da un altro bomber di razza, Massimo Coda. E allora il classe 1996 napoletano si è preso la 10 blucerchiata. Ma questo va al di là del semplice numero di maglia. È anche un significato più tattico e tecnico quello che sta dietro questa scelta.
Che Tutino sia l’uomo di punta del calciomercato condotto da Pietro Accardi c’è poco dubbio. Così come che la coppia che forma con Coda sia tra le più temibili, se non la più temibile, della Serie B. Una da 36 goal in due solo l’anno scorso. Ma il rendimento dell’ex Cosenza a Genova, per il momento, mette in luce più che i goal un’altra caratteristica: gli assist.
Andrea Sottil sta trasformando il suo numero 10 in un assistman. Uno che sa non solo segnare (anzi, la statistica dice che è tra coloro che più tirano in porta, ma ha messo a referto 3 goal finora), ma soprattutto servire i compagni. Come ha fatto con Pajtim Kasami contro il Mantova, o con Massimo Coda a Modena, per esempio. E infatti, almeno in queste prime 10 giornate di Serie B, Tutino ha già eguagliato il maggior numero di assist forniti in una sola stagione, 4. L’unica volta che l’aveva registrato era sempre a Cosenza, nella stagione 2018/2019, quando fece anche 10 goal. Ma su 33 presenze.
Ora ha la miglior media di assistenze fornite in carriera, 0,47 ogni 90 minuti. A fronte, naturalmente, delle 9 gare giocate. Con una media di 1,7 passaggi decisivi a partita. Non pochi.
Sampdoria, da numero 9 a 10: Tutino si riscopre anche assistman
Sampdoria, Gennaro Tutino non è quello di Cosenza. Il dato che piace a Sottil
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Il ruolo di Tutino alla Sampdoria deve restare quello di finalizzatore, certo. Ma Sottil gli chiede di essere un vero e proprio regista offensivo della squadra. Lo si vede abbassarsi a prendere il pallone, scambiare con Coda che fa la sponda, ma anche saltare l’uomo, cambiare gioco, smistare per i compagni, variare la posizione in lungo e in largo. Tanto che a volte incorre nel difetto maggiore fin qui riscontrato a Genova, un innamoramento della palla che a volte eccede fino a fargliela tenere troppo. Ma è il numero 10 e il suo allenatore vuole anche questo, che prenda palla e faccia il passaggio giusto. Oppure che provi il dribbling: gliene riescono il 44% a partita.
Anche a Cosenza spaziava molto per il campo, tanto che qualche partita ha giocato anche esterno sinistro di un 4-2-3-1. Ma lì Tutino aveva il preciso ruolo di bomber, che qui si contende con Coda, ed era frequentemente più centrale. Invece, monitorando le sue posizioni in partita, si vede che si muove e tocca palloni dalla linea del centrocampo fino all’area di rigore avversaria, largo sulle fasce o al centro, sostando raramente in una zona più di quanto faccia in un’altra.
Col Mantova o la Juve Stabia ha indugiato di più sulla sinistra, dove evidentemente si sente un po’ più a suo agio. Ma altre volte, come col Modena, si muove più a destra. Tutino è il giocatore che non deve dare troppi punti di riferimento per la Sampdoria, che deve creare gioco, non solo concludere le azioni a rete. Sottil lo sta trasformando in un bomber-assistman. E la metamorfosi da 9 a 10 sta dando i suoi frutti.