Quello tra Sampdoria e Genoa, sarà l’ultimo derby di Serie A? Sicuramente sarà una partita piena di tensioni ed emozioni forti…
Ed eccoci alla settimana del derby. Un derby da brividi. Suggestivo, crudele e soprattutto triste. Un derby triste sportivamente parlando perché con ogni probabilità sarà l’ultimo derby in serie A, almeno da qui a un po’.
Faccio fatica a pensare che Sampdoria e Genoa possano salvarsi in coppia. Anzi forse potrebbero addirittura retrocedere a braccetto. Parliamoci chiaro: so bene cosa stanno pensando i tifosi di entrambe le squadre. I blucerchiati sperano di salvarsi in extremis dando la spallata ai cugini, i rossoblù lo stesso a parti invertite.
Questa è la rivalità cittadina e – se vogliamo – è anche il sale del calcio alle nostre latitudini. Però una certa tristezza nasce dal fatto che alla fine il derby è forse l’unica vera partita che vale la pena di essere vista e vissuta sotto la Lanterna, l’unica cosa che ancora contraddistingue e rende unica Genova in termini calcistici rispetto alle briciole che ormai sono rimaste a Sampdoria e Genoa, sempre più provincia di un impero che pensa solo a foraggiare le big senza preoccuparsi di chi – come le squadre genovesi – vivacchia ormai da anni senza ambizioni e anzi rischiando già in altre situazioni recenti (più il Genoa che la Samp, questo va detto) di perdere la categoria.
Il problema semmai è che le due società in questi anni hanno fatto poco per ribellarsi a chi le ha confinate in questo ruolo marginale del calcio di casa nostra. Però il derby ribadisco è l’unico vero tesoro di Genova. Una partita unica e bellissima. La nostra partita. C’è lo sfottò anzi il menaggio tra le tifoserie, tra gli amici, persino tra i fidanzati che magari tifano uno per l’una e una per l’altra squadra. Ci sono le coreografie, ci sono a volte tensioni eccessive (quelle meglio lasciarle perdere) e poi c’è la partita.
Mentre tutte le altre gare più o meno sono dimenticabili i derby ce li ricordiamo tutti, sia quelli vinti sia quelli persi. E allora riecco la rete di Maggio, quello di Maxi Lopez e ancora Icardi, Gabbiadini, Muriel e – andando un po’ più indietro nel tempo – i vari Bazzani, Flachi, Conte, Zivkovic sino naturalmente ai Vialli, Mancini e persino ai Lanna di turno. E dall’altra parte allora dove li metti i vari Milito, Boselli, Rafinha, Francioso, Carparelli e naturalmente Branco, solo per ricordarne qualcuno? Ogni derby ha una sua storia.
Ogni derby è un giorno bene o male da ricordare in un senso o nell’altro. E la cosa bella è che la stracittadina genovese mantiene immutato il suo fascino sia in serie A sia in serie B, come ha dimostrato la storia. Sinceramente mi dispiace che Genova rischi di perdere la stracittadina nei piani alti anche perché credo che forse in una città come la nostra il derby fosse forse una delle ultime cose rimaste di serie A, allargando gli orizzonti a quella che oggi si può tranquillamente definire come una ex grande città per potenzialità economiche e se vogliamo anche demografiche. Meglio però tornare al calcio. Il pallone che rotola…
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Non so come finirà questo derby, non so neppure se vincendolo una delle due squadre almeno si salverà visto che la Salernitana là dietro sta spingendo forte. Certo anche il Cagliari è messo male e forse qualche sorpresa può ancora capitare da qui alla fine del campionato. La classifica non è bugiarda: le due squadre sono imperfette, hanno tanti limiti, anche nell’ultima settimana hanno giocato maluccio entrambe. La Samp non ha saputo vincere contro un Verona tutt’altro che irresistibile, il Genoa ha vinto col Cagliari più col cuore che col gioco. Ma adesso il gioco e la tattica – l’ho detto e lo ripeto – servono a poco.
Della Samp vista al Bentegodi qualcosa salvo: anzi tutto la voglia di portare a casa il risultato e di soffrire almeno sino al patatrac della rete di Caprari (a proposito il romano ha segnato contro l’unico allenatore, Marco Giampaolo, che aveva creduto in lui alla Samp: il destino è proprio beffardo) e poi se vogliamo anche un po’ di nervi finalmente tirati. Mi fa persino piacere che tra Yoshida e Quagliarella ci siano state un po’ di scintille nel finale. Per carità mica tifo perché i giocatori si mettano le mani addosso, intendiamoci: ma il fatto che qualcuno si arrabbi (in primis il capitano) per una squadra che continua a non girare, mi fa pensare che forse i giocatori non siano così disinteressati all’esito finale del campionato.
Non so che derby sarà ma di sicuro sul piano della carica agonistica Blessin sembra dare molto di più ai suoi giocatori rispetto a Giampaolo. Ho conosciuto e apprezzato in questi mesi l’allenatore tedesco: una persona solare e molto empatica, con delle buone idee calcistiche. Certo però il Genoa ha degli enormi limiti nel reparto offensivo, e di questo la Sampdoria – pur con un Giampaolo oggettivamente in difficoltà (anche se tutto sommato la mossa Vieira al posto di Sensi sabato non mi è dispiaciuta) – dovrà cercare di approfittarne.
Altra cosa: da una parte c’è una Sampdoria che a livello societario è tra virgolette commissariata – con un ex presidente ai domiciliari e zero soldi in cassa – e dall’altra un club con una proprietà nuova e ambiziosa. La cosa curiosa però è che i risultati e se vogliamo anche gli errori siano arrivati quest’anno da entrambe le parti. Ha sbagliato di più la Sampdoria a sostituire D’Aversa con Giampaolo o ha sbagliato di più il Genoa a chiamare Shevchenko al posto di Ballardini?
E ancora ha fatto peggio la Samp a far partire in estate Caprari e Bonazzoli puntando su Caputo o il Genoa a prendere Piccoli e Yeboah sul mercato di gennaio in attacco? Questo ci insegna che – al di là dei portafogli – conta soprattutto avere le idee giuste. Parliamoci chiaro: per come sta andando questa stagione forse la retrocessione in B se la meriterebbero persino 5 squadre.
Sampdoria e Genoa naturalmente, poi anche Venezia, Salernitana e Cagliari. Ma da regolamento ne andranno giù solo tre e allora si salvi chi può. Godiamoci questo derby, da entrambe le parti. Sampdoria e Genoa sono un patrimonio di Genova, sono forse l’unica cosa ancora di serie A in questa città. Godiamoci questo derby che però sarà crudele quanto triste. Perché non è neppure scontato che chi vincerà alla fine potrà davvero considerarsi in salvo.