È stato un Sampdoria-Genoa pieno di emozioni con Marco Giampaolo che finalmente ha lasciato nell’armadio i suoi dogmi per vincere facile
Finisce probabilmente l’avventura del Genoa in serie A e finisce con la parata del giocatore più contestato della Sampdoria, Emil Audero, sul giocatore del Genoa, Mimmo Criscito, che è stato decisivo per tutto il girone d’andata, che è stato nettamente il migliore in campo quando è entrato (e ha perfettamente ragione Matteo Bassetti a chiedersi cosa fa in panchina il migliore) e che sbaglia il rigore più pesante della sua vita, quello sotto la Nord che avrebbe potuto regalare un’altra settimana di speranza (peraltro non del tutto abbandonata).
E finisce con Audero che bacia la testa di Criscito in lacrime ed è un’immagine bellissima.
Eppure il pomeriggio era cominciato come meglio non poteva cominciare, grazie al risultato – del tutto inatteso – che arrivava da Cagliari.
E tutto congiurava nella stessa direzione: il sole e l’azzurro che squarciano nuvole dolci e calde, le due Gradinate esattamente speculari: niente effetti speciali, niente fuochi d’artificio, ma qualcosa di emozionante come non mai: in Nord lo striscione sul cuore grande e gli scudetti che coprono migliaia di colori rossi, bianchi e blu che poi rivelano la scritta “Questa lunga leggenda rossa e blu, Genova”, con una Gradinata mai così bella quest’anno.
E dall’altra parte, davvero come due squadre disposte a specchio, la scritta enorme sul bandierone su sfondo blucerchiato è “La Sud” con lo striscione nella parte bassa della Gradinata che è quasi la didascalia di tutto questo: “Passione e orgoglio di questa città”.
Sampdoria-Genoa, due società diverse con due strategia all’opposto
Insomma, davvero due belle tifoserie, al netto delle decine di fumogeni buttati dalla Nord alle spalle di Audero nel secondo tempo che avrebbero potuto essere pericolosi e peraltro sono anche controproducenti per il Genoa in svantaggio. Insomma, doppia sciocchezza, ma mai come quelle dei 777, di una stagione contraddistinta da un numero di errori incredibile e dall’assoluta mancanza di critica decente di fronte a questi errori, in nome della folle frase “meglio in B che con Preziosi”. Penso che esaltare dirigenza, area tecnica e allenatori che sono a un passo dal portare il Genoa in B sia un delirio.
Poi ovviamente c’è la partita, che è partita vera, a partire da altri numeri ufficiali: quelli del pubblico: 30136 spettatori totali per un incasso di 756.842 euro e 50 centesimi, con 9066 abbonati per quota abbonati di 116mila 501 euro e 50 centesimi. Un numero impressionante se confrontato con i 2549 paganti del 15 gennaio per Sampdoria-Torino per un incasso di 27mila 902 euro, il punto più basso della stagione.
La rivoluzione tattica dei due allenatori
E poi, la rivoluzione, che parte dalle formazioni in campo.
È come se Giampaolo e Blessin si fossero letti tutte le collezioni della Puntina o, semplicemente, quelle del buonsenso calcistico comprendendo che quando il gioco si fa duro i duri iniziano a giocare. Certo, nel Genoa a inizio partita manca ancora Criscito, ma qui sono ipotizzabili anche motivi non strettamente calcistici, ma anche di rapporti del capitano con la nuova società, che definire idilliaci pare essere un eufemismo. Ma il resto c’è tutto…
Stessa storia per la Sampdoria: cancellate le cervellotiche scelte di Giampaolo delle scorse partite. Dentro Augello per Murru; Sabiri e Sensi, peraltro ancora lontano parente del giocatore della prima giornata di campionato in blucerchiato insieme a dettare i tempi alle spalle di Caputo, che è l’unica punta degna di questo nome quest’anno; finalmente in campo Ekdal e non Ronaldo Vieira che serve a fare diga, ma è stato messo incredibilmente a costruire nelle scorse partite, come fosse un fine dicitore e Candreva in un ruolo più simile al suo naturale, anche se i cross dalla fascia con una banda di piccoletti davanti alla porta non sono propriamente la soluzione migliore. E ha perfettamente senso anche il cambio di Vieira per Sensi, proprio per i motivi di cui sopra.
Insomma, probabilmente per fare queste formazioni – giuste, almeno sulla carta – non serviva un genio del calcio e nemmeno due, non serviva il Maestro e nemmeno il nuovo Klopp. Bastava la Puntina.
Ne viene fuori, a differenza di tante altre volte dove pure la tensione era forse minore, un derby non bruttissimo.
Sampdoria-Genoa, Giampaolo mette tutti al posto giusto
Sampdoria-Genoa, Giampaolo lascia i dogmi e vince facile
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Al 25esimo, Sabiri, che è nettamente il migliore in campo, splendido su tutte le palle, sia in fase di costruzione con giocate che qui non si vedevano dai tempi di Antonio Cassano, sia nella capacità di arpionare palloni in mezzo al campo, con cuore e polmoni e testa e piedi e finezza, ed è un acquisto perché c’è chi ha giocato a calcio, chi ne parla, chi ne scrive con arroganza e chi magari guarda le partite anche di serie B e ne capisce qualcosina – che vale tutti gli altri di entrambe le squadre.
Il goal, che nasce anche da un buon lavoro di Thorsby, che finalmente si vede essere tornato al centro del progetto, con gli uomini preferiti agli schemi, accende la partita: c’è un primo accenno di rissa probabilmente per l’esultanza del giocatore blucerchiato, con Criscito, Masiello e Portanova che scattano in campo dalla panchina e, dall’altra parte, è Magnani a distinguersi per la foga che ci mette dalla panchina, promettendo ai dirimpettai dell’altra panchina di venire e fare un mazzo tanto, probabilmente l’azione più significativa di cui è stato protagonista fino ad ora in maglia blucerchiata.
Insomma, abbiamo citato i migliori blucerchiati: Sabiri, Ekdal, Audero, Thorsby, Bere e Colley, oggi funziona tutto.
Sampdoria-Genoa, Giampaolo cambia e vince!
Nel primo tempo il Genoa meritava il pareggio, nel secondo tempo il nulla. Fino al rigore e alle lacrime di Mimmo.
La Sampdoria vince anche grazie al Maestro che per una sera si è trasformato in Professore, snaturando i suoi dogmi su uomini e schemi. Degiampaololinizzandosi.
Ma vince meritatamente, mettendo in bacheca due derby in una stagione – quei derby che Davide Ballardini non ha mai perso e di cui Marco Giampaolo è un supremo lettore – e soprattutto mettendo un’ipoteca serissima sulla permanenza in serie A.
Che, credetemi, significa anche il futuro della Sampdoria, un futuro che si preannuncia radioso.
Per il Genoa, finché c’è la matematica si può sperare. Ma occorrerebbe umiltà e comprensione del calcio italiano. Non le principali caratteristiche da queste parti.