Marco Giampaolo ha alternato due moduli in queste prime sette partite con la Sampdoria con risultati simili e deludenti
In questo avvio di stagione la Sampdoria si è divisa tra il 4-1-4-1 e il 4-3-1-2. Marco Giampaolo ha impostato il ritiro di Ponte di Legno per lavorare sul primo, che l’anno scorso ha portato alla salvezza, senza però ignorare il secondo che, come si legge nei dati WhyScout (e riportati dal Secolo XIX) è stato usato spesso.
In queste prime sette partite la Sampdoria è scesa in campo per 439 minuti con il 4-1-4-1 e per 238 con il 4-3-1-2. Il primo è stato utilizzato per tutta la partita solo con la Juventus, mentre il secondo solo contro l’Hellas Verona. Nelle altre è sempre partito con il 4-1-4-1, salvo poi passare al rombo a partita in corso.
Sampdoria: Giampaolo cambia moduli, ma i risultati…
Sampdoria, Giampaolo ‘diviso’ tra due moduli: il risultato non cambia. I dati
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Da un modulo all’altro, però, la situazione non è cambiata. I due punti, ottenuti con Juve e Lazio, sono arrivati sia con il 4-1-4-1 che con il 4-3-1-2, usato a gara in corso con i biancocelesti.
E anche nelle sconfitte lo schieramento tattico c’entra poco. Con la Salernitana sono stati presi goal con entrambi i moduli, con lo Spezia anche, mentre con Atalanta, Milan e Verona le reti sono arrivate con una sola formazione (il 4-1-4-1 nei primi casi, il 4-3-1-2 con l’Hellas).
Giampaolo ha mostrato, dunque, flessibilità anche perché la rosa della Sampdoria è costruita per entrambi i moduli. A mancare, finora, sono stati due interpreti molto importanti. Ovverosia Harry Winks, la mezzala perfetta per il 4-3-1-2, e Manolo Gabbiadini, la seconda punta ideale per affiancare, all’occorrenza, Ciccio Caputo o Fabio Quagliarella.