In Casa Sampdoria si torna a credere nella salvezza. I meriti? Di tutti, in particolare di Harry Winks che fa la differenza come Stankovic…
Potremmo dire che “non è finita finché non è finita”, ma forse sarebbe solo un esercizio retorico. Il punto conquistato con merito contro l’Inter, pur dal peso specifico altissimo, conta solo per quello che è: un punto, buono solo a mantenere inalterato il distacco da quel quart’ultimo posto che significherebbe salvezza, al netto di eventuali correzioni da parte degli organi della giustizia sportiva (e di quella ordinaria).
Però è anche giusto dire che la Sampdoria, dopo la pausa autunnale, è davvero un’altra cosa: grintosa, applicata, concentrata, se la sta giocando a viso aperto con ogni avversaria, e se non esistesse una – a mio vedere – evidente tendenza a “non favorire” oggi avrebbe probabilmente tre o quattro punti in più, che farebbero la differenza. E un’altra classifica.
Cosa è cambiato in campo?
Anzitutto l’atteggiamento: la squadra è coraggiosa, viva, partecipe. Inoltre alcune pedine fondamentali stanno finalmente entrando in circolo: penso ad Augello e Gabbiadini, ma stanno gradualmente migliorando anche Djuricic e Zanoli. A me, rispetto ad altri, non dispiace nemmeno il cambio tra Caputo e Lammers.
Sampdoria, il ritorno di Harry Winks ha dato forza, qualità e sicurezza…
Sampdoria, Harry Winks fa la differenza. Come Stankovic…
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E soprattutto è esploso Harry Winks, che si sta dimostrando giocatore di altra levatura. Non ha novanta minuti dello stesso livello nelle gambe, e si vede: per un’ora non solo non sbaglia un pallone, ma lo trovi ovunque, non ha paura di ricevere il pallone in qualsiasi zona del campo, sa sempre cosa fare, esorta e catechizza i compagni, trova sempre passaggi non banali.
Poi tende a spegnersi un po’, ma lo si può capire: è andato, suo malgrado, da zero a cento in un amen.
Quello che continua a deficitare clamorosamente è il goal. Però, anche qui, faccio presente che la Sampdoria ha segnato quattro reti nelle ultime sette partite (che sono pochi e concentrati in due match), contro le sei nelle precedenti quindici. E, sempre restando nella statistica – che, per inciso, tanto piace ai moderni cultori di un calcio severamente imbruttito negli ultimi anni – la difesa di reti ne ha subite otto nello stesso periodo, contro le trenta delle quindici gare ante mondiali. A voler vedere il bicchiere mezzo pieno, produzione raddoppiata sia in avanti sia in difesa.
L’impronta dell’allenatore si vede con chiarezza, nello spirito, nell’iniziativa e anche nelle trame di gioco.
Le prossime partite diranno tanto, soprattutto in proiezione futura. Bisognerà trovare la via del gol, perché – aggiustato l’aggiustabile – non guardare la classifica e vivere giorno per giorno è solo un artificio letterario usato dagli allenatori. Prima o poi la classifica presenta il conto. Sperando che lo faccia solo la classifica.