Carlo Osti, il cui rapporto con la Sampdoria è terminato il 30 giugno, ha ripercorso i suoi colpi migliori: da Quagliarella a Morten Thorsby
Carlo Osti, in undici anni alla Sampdoria, si è reso protagonista di molti colpi di mercato. Non sempre ha fatto centro, ma l’ex dirigente blucerchiato ha senza dubbio segnato l’ultimo decennio del club, da cui si è separato ufficialmente lo scorso 30 giugno, quando il suo contratto è scaduto.
Al Secolo XIX Osti ha ricordato i calciatori che, scelti da lui, hanno reso di più con la maglia blucerchiata. In testa c’è senza dubbio Fabio Quagliarella, un altro che ha vissuto l’ultima stagione a Bogliasco:
Il primo nome è Fabio Quagliarella. Preso nel gennaio del 2016 e in 5 anni ha segnato quasi 100 reti. Un acquisto incredibile, pagato poco più di due milioni. Non stava vivendo un grandissimo momento al Torino e poi si capì perché. È un campione senza tempo in campo e di grandi qualità morali nello spogliatoio. Con suoi gol ha permesso alla Samp di mantenersi a certi livelli.
Sampdoria, Gabbiadini, Schick, Skriniar e…Thorsby
Sampdoria, i colpi migliori di Carlo Osti: Thorsby non lo voleva nessuno…
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Poi c’è anche Manolo Gabbiadini, preso in blucerchiato per ben due volte, nel 2013 e nel 2019:
Poi, Manolo Gabbiadini, un attaccante dalle qualità straordinarie, che ha dimostrato un grande attaccamento alla maglia blucerchiata. Gli feci il primo contratto da professionista all’Atalanta e poi lo presi due volte alla Samp.
Poi ci sono stati i vari Luis Muriel, Duvan Zapata, Milan Skriniar, ma Osti si concentra su un altro giocatore: Morten Thorsby. Il norvegese arrivò a zero nel 2019 tra lo scetticismo generale, ma conquistò i tifosi e Claudio Ranieri, che non ci rinunciava mai. All’inizio non lo voleva nessuno – nemmeno Marco Giampaolo al suo ritorno – ma poi ha costretto in molti a ricredersi:
Cito Torreira, Skriniar, Schick, Fernandes, Muriel, Zapata, Andersen… e, permettetemi, anche Thorsby, il simbolo della classe operaia che va in paradiso. Il brutto anatroccolo che nessuno voleva, che doveva andare all’Entella, alla Cremonese… Ma lui non si è mai demoralizzato, correva 13 km a partita, sempre con la bava alla bocca. Arrivato a costo zero, può essere considerato l’essenza della plusvalenza.