Camilla Mancini, figlia di Roberto, bandiera della Sampdoria, ha pubblicato il primo libro: la malformazione, il bullismo e la terapia per uscire dalla sofferenza
Una malformazione che le è costata anni di bullismo, poi la rinascita. Camilla Mancini, figlia 27enne di Roberto, è uscita con il suo primo romanzo dal titolo “Sei una farfalla”, un titolo emblatico, di cui spiegfa la natura al Corriere della Sera:
Ho sempre scritto, fin da piccola. Mi sfogavo su un quadernino oppure con dei bigliettini ai familiari.“Sei molto brava, perché non scrivi un libro?”, mi chiedevano. Sorridevo. “Perché qualcuno dovrebbe leggerlo?”. Sapevo di avere qualcosa da raccontare ma mi frenavo. La molla è scattata durante un viaggio a Parigi.
Racconta la storia di Celeste, una ragazza ch vive con un padre assente. Una situazione che, per Camilla Mancini, ricorda la sua infanzia con papà Roberto che, tra la fine della carriera alla Lazio e gli inizi da allenatore, era sempre in giro:
Spesso mi è mancato. Sapevo che si trovava lontano per lavoro e che lo faceva anche per la famiglia. Quando ero piccolina, lo vedevo in tv e chiedevo: “Perché papà è dentro quella scatola nera?”. Ma attraverso questa mancanza fisica mi ha insegnato il senso del dovere e del sacrificio. Da piccola ci addormentavamo insieme. Ricordo anche quando si sedeva sul divano a guardare le partite. Gli facevo domande. “Ma tu non ti spegni mai?”, scherzava. Ci accomuna da sempre un’ironia sottile.
Camilla Mancini e il rapporto con il cognome ingombrante di papà Roberto
Sampdoria, il bullismo, la terapia e il libro: il racconto di Camilla Mancini e i complimenti di papà Roberto
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Non è stato facile portare il congnome Mancini, sicuramente ingombrante, al punto – quasi – di odiarlo in certi momenti:
L’ho odiato quando le persone si avvicinavano a me per arrivare a mio padre o quando la conversazione si focalizzava solo su di lui. Non vedevano Camilla ma solo Camilla Mancini. Si fermavano al contenitore, senza andare a vedere il contenuto. Materialmente ho tanti agi, so di essere una privilegiata. Ma c’è quell’abbraccio mancato, quella carezza non data che i soldi non possono rimpiazzare. Si pensa che i “figli di” siano degli alieni, invece vivono emozioni umane. Io per esempio non sono stata immune dal bullismo.
Già, il bullismo. Quello di cui ha sofferto a causa della malformazione facciale sorta in seguito a problemi durante il parto. Bullismo che ha fatto parte della sua infanzia, della sua vita. Ora, però, è riuscita ad andare oltre, vincendo anche la sua personale “lotta” con lo specchio:
A scuola mi dicevano: “Non puoi giocare con noi, sei diversa”. Vedevano un volto che non erano abituati a vedere e mi isolavano. Avevo sette anni, questo mi creava un senso di vergogna e spaesamento. Diversa da cosa?, mi chiedevo. Ho lottato tanto con lo specchio, non mi guardavo. Davanti alle vetrine tiravo dritto. Non mi piacevo, non mi sentivo rappresentata da quell’immagine. Non riuscivo a capire chi fossi al di là del cognome. Ora sono arrivata a uno stato di accettazione, mi dico “sei bellissima” e che mi voglio bene».
Con la terapia, in cui va da cinque anni, è riuscita a rinascere. Adesso il libro e i complimenti di papà Roberto, arrivati in diretta a Tv2000 tramite un videomessaggio. Un papà orgoglioso della figlia, che, finalmente, è riuscita ad accettarsi e a superare i problemi dovuti a un’infanzia – e non solo – alle prese con i bulli e le prese in giro:
Volevo dirti che sono felice di avere una figlia come te, della tua intelligenza, di come sei cresciuta. Di quello che stai diventando. Stai vivendo questo momento della tua vita con entusiasmo, determinazione e qualità che non ti è mai mancata
Ogni giorno credo sia un’opportunità per scoprire aspetti nuovi di te stessa, e sappi che io sono qua per sostenerti sempre in ogni passo della tua vita. Complimenti per il libro che hai scritto, è interessante e sicuramente avrà tanto successo. Magari diventerai una grande scrittrice, chi lo sa…”.
Sono orgoglioso di te, ti voglio bene e ti mando un bacio. Ciao, Bobby