Attilio Lombardo è stato uno degli uomini di Sven-Goran Eriksson alla Sampdoria, prima, e alla Lazio poi: il suo ricordo del tecnico svedese con cui ha vinto la Coppa Italia a Genova nel 1994
Attilio Lombardo è un pezzo di storia della Sampdoria. Ha vissuto gli anni d’oro di Vujadin Boskov, ma anche quelli con Sven-Goran Eriksson e domenica 5 maggio sarà al Luigi Ferraris per rendere omaggio all’allenatore con cui ha vinto la Coppa Italia ne 1994 a Genova e lo scudetto con la Lazio nel 2000.
All’edizione genovese de La Repubblica ha raccontato i suoi ricordi su Eriksson, che ha avuto il compito non facile di sostituire un personaggio come Boskov:
Ero alla Sampdoria dal 1989, avevo avuto Boskov per tre anni. Sapevo sarebbe arrivato un allenatore molto preparato e con esperienze importanti con Benfica, Roma, Fiorentina, ma ebbi modo di apprezzare subito le qualità umane. Cosa è cambiato da Boskov ad Eriksson? Poco, è stato molto bravo a mantenere gli equilibri consolidati e non era scontato. Non ci fu trauma, perché riuscì a valorizzare il gruppo a disposizione, ricco di qualità importanti sotto ogni punto di vista.
Sampdoria, Attilio Lombardo: Eriksson e la Coppa Italia per Mantovani
Sampdoria, il racconto di Attilio Lombardo: ecco com’era Sven-Goran Eriksson
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Eriksson sapeva gestire bene il gruppo e, soprattutto, la preparazione alla partita. Con l’intento di valorizzare le qualità del singolo e di insegnare ai giocatori a mettere, davanti a tutto, il bene della squadra:
Sapeva gestire molto bene la preparazione della gara. Sven cercava di valorizzare le qualità del singolo giocatore all’interno della sua filosofia di gioco. Al centro c’era sempre il calciatore e le sue qualità. Ha sempre messo il gruppo al primo posto. Era bravissimo a insegnare a giocatori, anche importanti, a mettere prima il “noi” e poi “l’io”. Non è facile, ma riusciva a conquistare tutti con i suoi modi e la sua competenza.
E poi il 1994. L’ultima Coppa Italia vinta dalla Sampdoria con il ricordo ancora fresco, freschissimo di Paolo Mantovani. Una coppa vinta anche per la sua famiglia, con grandi meriti di Eriksson:
È stata una delle serate più belle che abbiamo passato insieme a Genova. Avevamo perso Paolo Mantovani e il mister voleva regalare qualcosa di importante alla famiglia. Lo ricordo veramente molto felice, rideva per la contentezza ed è molto significativo, perché era sempre molto composto, ma in quel caso si lasciò andare. Fu una stagione ottima e Sven ebbe molto merito.
Una persona, un uomo fantastico ancor prima che un grande allenatore. Il ricordo di Attilio Lombardo non può che essere positivo. Anche perché, per Eriksson, lasciò l’Inghilterra per andare alla Lazio nel 1999:
Chi non l’ha conosciuto, ha, perso, prima di tutto, un uomo fantastico. Come allenatore non dava mai niente per scontato, tutti dovevano guadagnarsi il posto. A livello personale, ricordo quando mi chiamò per tornare in Italia, ero al Crystal Palace. Fu un dispiacere lasciare l’Inghilterra, dove stavo molto bene, ma non potevo dirgli di no.