Squalifica di cinque giornate per Curto del Cesena, la Fifa respinge il ricorso in appello e ora il difensore non dovrebbe giocare contro la Sampdoria
Niente da fare per Marco Curto. Anche il ricorso alla Corte d’appello della Fifa per la sua squalifica di 5 giornate è stato respinto, con conferma della condanna in primo grado per la presunta frase razzista pronunciata nei confronti di un giocatore del Wolverhampton quest’estate, Hee Chan Hwang, durante un’amichevole a Marbella. Condanna che inizialmente era stata di dieci giornate, poi tramutata in cinque, ora però confermata.
Il Cesena e il giocatore avevano chiesto l’annullamento della sentenza o almeno la sospensiva, che potesse quindi permettergli di giocare nell’attesa del pronunciamento definitivo. Per esempio, così sarebbe potuto scendere in campo contro la Sampdoria domenica 20 ottobre. L’udienza è avvenuta da remoto alle 15, ora italiana. Invece il club ha emanato il seguente comunicato su Curto:
Il Fifa Appeal Committee ha respinto il ricorso presentato da Marco Curto avverso il provvedimento di squalifica emesso dalla Fifa Disciplinary Committee, confermando la decisione adottata in primo grado. Il calciatore, tramite il proprio legale, promuoverà ricorso alla Court of Arbitration for Sport con richiesta di sospensione della sanzione fino al termine del giudizio. Il Cesena Fc resta fiducioso che, nel successivo grado di giudizio, il proprio tesserato possa dimostrare la non punibilità della propria condotta
Cesena, la Fifa conferma le 5 giornate a Curto. Ricorso al Tribunale Arbitrale dello Sport, ma con la Sampdoria non ci sarà
Sampdoria, la Fifa respinge il ricorso di Marco Curto del Cesena. Il comunicato
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Così facendo il Cesena farà un altro ricorso alla Corte Arbitrale dello Sport, richiedendo ancora una sospensione della sanzione. Ma è molto difficile che ormai possa arrivare prima della sfida contro i blucerchiati di Andrea Sottil. Così la situazione resta che, per il momento, il classe 1999 bianconero è squalificato, anche se continuerà a provare a far valere la sua causa per dimostrare di essere innocente.