Addio a Sinisa Mihajlovic , che si è spento, dopo una lunga battaglia con la leucemia, ha giocato con la Sampdoria e poi l’ha allenata.
Sinisa Mihajlovic e la malattia. La leucemia si era presentata la prima volta nel luglio 2019, poi la notizia diventata di dominio pubblico e le lacrime in conferenza stampa. ‘Non per paura‘ come aveva affermato il serbo. Poi la battaglia e la vittoria, il ritorno in panchina a Bologna e una ricaduta a marzo scorso.
L’esonero per i risultati poco soddisfacenti e una nuova battaglia. Questa volta però Sinisa non ce l’ha fatta. Un lutto che ha colpito tutto il mondo del calcio, non solo i tifosi della squadra dove ha giocato o allenato. La famiglia ha annunciato con un comunicato l’addio a Mihajlovic:
La moglie Arianna, con i figli Viktorija, Virginia, Miroslav, Dusan e Nikolas, la nipotina Violante, la mamma Vikyorija e il fratello Drazen, nel dolore comunicano la morte ingiusta e prematura del marito, padre, figlio e fratello esemplare, Sinisa Mihajlovic. Uomo unico, professionista straordinario, disponibile e buono con tutti. Coraggiosamente ha lottato contro una orribile malattia. Ringraziamo i medici e le infermiere che lo hanno seguito in questi anni, con amore e rispetto, in particolare la dottoressa Francesca Bonifazi, il dottor Antonio Curti, il Prof. Alessandro Rambaldi, e il Dott. Luca Marchetti. Sinisa resterà sempre con noi. Vivo con tutto l’amore che ci ha regalato
Sampdoria, la carriera di Mihajlovic in blucerchiato tra campo e panchina
Sampdoria, l’addio a Sinisa Mihajlovic. A Genova da calciatore e tecnico
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Sinisa è stato combattente nella vita, proprio come con la Sampdoria. Ha difeso prima i suoi colori in campo, poi da allenatore. Arrivato nel 1994, in prestito. Riscattato poi nell’estate successiva, vive a Genova una serie di stagioni soddisfacenti, attestandosi come uno specialista dei goal su calcio di punizione. Ben 110 presenze con la maglia più bella del mondo e 12 reti, tra il 1994 e il 1998, quando poi venne acquistato dalla Lazio.
Il ritorno a Genova, non è da calciatore, ma da allenatore. Nel 2013, con Massimo Ferrero alla presidenza del club, firma un contratto fino a fine stagione con rinnovo automatico per un’altra stagione in caso di salvezza. Conclude la stagione al 12º posto con 45 punti totali; di cui 36 ottenuti nelle 26 partite in cui è Sinisa a sedere in panchina. Inoltre porta la media punti a partita della Sampdoria da 0,75 a 1,38. Il 20 maggio la Sampdoria comunica di aver rinnovato fino al 30 giugno 2015 il rapporto contrattuale con il serbo.
Nella stagione 2014-2015 la Sampdoria in classifica si mantiene in zona Champions per buona parte del campionato e il 28 settembre vince il derby per 0-1 con goal di Gabbiadini. Conclude la stagione al 7º posto in campionato frutto di 13 vittorie, 17 pareggi e 8 sconfitte. A fine stagione però arriva l’addio, il tutto ufficializzato da una lettera sul sito del club di Corte Lambruschini. Poi il passaggio al Milan.