L’addio di Morten Thorsby alla Sampdoria non è una favola finita male. La storia di Angelo Palombo ce lo insegna…
Adesso qualcuno ci vuol raccontare una favola finita male. Ci vuole fare credere che Morten Thorsby è andato via da Genova senza volerlo. E che avrebbe anche versato qualche lacrima, pronunciato qualche parola d’amore a un tifoso. Ma non solo: sarebbe rimasto anche a Genova pronto a firmare un rinnovo che però non gli è mai stato proposto in questa stagione. Un addio non voluto.
Insomma Morten si sarebbe tolto la maglia blucerchiata per volere ESCLUSIVAMENTE della società, per le pressioni ricevute. Può essere. Ma la Sampdoria ha bisogno di vendere non di regalare giocatori. Ha bisogno di fare cassa. Perché il Paradiso oggi non è qui.
La Sampdoria è in vendita. Lo sono tutti i suoi giocatori. Ma se io voglio restare, resto.
La storia di Angelo Palombo mi ha insegnato tanto. Dovrebbe insegnare tanto a quei tifosi che lo hanno criticato, dicendogli di tutto, rinnegando anche il suo amore verso i nostri colori per suoi presunti interessi personali.
Invece no. Angelo voleva la Samp e a Genova ci è rimasto. Punto. Ci è rimasto allenandosi da solo, come uno qualunque. E invece era il capitano. Il resto sono chiacchiere, lacrime di coccodrillo e frasi da Baci Perugina. Perché scrivere che è solo un arrivederci, che ti resteremo nel cuore per sempre e che questi sono i più belli del Mondo non ci vuole molto. Proprio no. Alle parole però servono i fatti. E di fatti io, in questo calcio, ne vedo sempre meno…
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Quindi caro Morten (ma vale anche per altri, per tutti…), aspettando il tuo ultimo saluto con frasi strappalacrime, ti dico che così non ci si comporta. La Sampdoria aveva un accordo per cederti alla Salernitana per 6 milioni di euro. La stessa cifra offerta dall’Atalanta la scorsa sessione di calciomercato.
E invece papà Thorsby ha deciso di andare in Bundesliga, prendere forse più soldi, sicuramente costringere la Sampdoria a prenderne di meno. Questa sarebbe la favoletta?
Ti ho sempre difeso, fin dal primo giorno del tuo arrivo. E non credo di aver sbagliato. Non rinnego la mia scelta. Sei stato un giocatore utile. Di sola corsa all’inizio, a rincorrere palloni e avversarsi. E viceversa. Poi hai aggiunto anche della qualità al tuo gioco. Ranieri ti ha capito, Giampaolo meno. Succede. Ma il punto non è questo.
Immagino che qualcuno troverà queste mie righe noiose, altri inutili. Ma sono sicuro che chi ha difeso Angelo Palombo oggi capirà la differenza tra un favola con il lieto fine e un racconto di fantasia…
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