Attilio Lombardo ha ricordato Gianluca Vialli: dal suo arrivo alla Sampdoria, fino agli ultimi giorni con la chiamata dal letto dell’ospedale di Londra
La partita con la Cremonese non può non portare alla mente Gianluca Vialli. Lui che era cresciuto proprio nella città lombarda, per poi esplodere definitivamente a Genova con la Sampdoria. E come lui è passato dai grigiorossi ai blucerchiati Attilio Lombardo, diventato poi un fratello di Luca nella magica squadra di Paolo Mantovani.
Incontrarlo per Lombardo è stata una fortuna:
Incontrarlo è stata la mia fortuna, posso esserlo stato un po’ per lui ma mai come Mancini che con i suoi assist lo era per tutti noi. Uomo vero, puro, al Doria trovo un calciatore che si sta affermando come campione e un grande leader.
Sampdoria, i ricordi di Lombardo e la chiamata con Vialli e Mancini
Sampdoria, Lombardo ricorda Vialli: dall’arrivo a Genova all’ultimo incontro…
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Un’amicizia che si è trasformata in qualcosa di più. Andando oltre la Sampdoria e ritrovandosi, poi, in Nazionale nello staff di Roberto Mancini, l’altro fratello di Luca. Un’unione durata fino alla fine:
Quando è venuto a Genova per “La Bella Stagione” la mattina dopo mi ha chiamato per portargli due brioche e una veneziana. Ha voluto fare con me colazione, si è fatto aiutare per una medicazione, a fare la valigia, mi ha fatto capire ancora una volta quanto mi considerasse un amico.
Poi quella chiamata da Londra, sempre al fianco di Mancio:
E poi c’è la chiamata che ha voluto farmi dall’ospedale a Londra con Mancio, un ricordo triste e bello: sapevamo che non voleva essere visto lì, preferiva essere ricordato col sorriso, non con la sofferenza sua, e nostra, per come stava.
Lombardo ripercorre i ricordi. Dalle riunioni in Nazionale, quando arrivava in ritardo anche come membro dello staff, alla notte di Wembley di Euro2020. Fino ai due incontri a Genova e Torino per il docufilm “La Bella Stagione”, quando già si vedeva la sua sofferenza:
Sì, il docufilm è il suo testamento spirituale, quei due giorni a Torino e Genova soffriva ma ha raccolto tutte le forze per portare a termine il progetto. Il giorno dopo è andato a Londra, per ricoverarsi. Avevamo sempre paura che potesse succedere quel che è accaduto, in Nazionale sfruttavamo ogni momento per stare con lui.