Ne “Le cose importanti”, il libro con le parole di Luca Vialli, il racconto di cosa ha significato il calcio per la bandiera della Sampdoria, scomparsa un anno fa
Il libro “Le cose importanti”, che uscirà il 9 gennaio, raccoglie quella che è forse l’ultima vera testimonianza di Luca Vialli. Parole raccolte durante le riprese del film “La Bella Stagione” e scritte da Marco Ponti e Pier Domenico Baccalario. Qui la bandiera della Sampdoria, scomparsa il 5 gennaio 2023, ha scavato nelle profondità dell’essere calciatore.
Sul Secolo XIX è uscito un estratto del libro edito da Mondadori. Tra le parti pubblicate in anteprima, quella sul “gioco più bello del mondo”, che evidenzia la passione vera, profonda di Luca per questo sport:
Il calcio è il più bel gioco del mondo perché è l’unico che vive dell’attimo fuggente. Tu prova a pensare ai tifosi…vengono allo stadio, si fanno lunghi viaggi in mezzo a molte difficoltà, a volte prendono le botte, altre il freddo, il vento, e comunque stanno lì novanta minuti ad aspettare il momento sublime della palla che rotola in rete. Credo che nessun altro spettacolo, nessun altro sport viva l’attesa di un momento così importante ed emozionante con altrettanta intensità.
Sampdoria, Luca Vialli: ho imparato a fidarmi di Ivano Bonetti
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Il calcio ha regalato a Luca Vialli emozioni incredibili. Negative e positive, ma che hanno segnato la sua vita. Non solo quella del calciatore, ma quella dell’uomo Luca. Un uomo diventato tale grazie proprio al calcio:
Per quanto riguarda invece il calcio giocato, che mi ha visto protagonista in prima persona, devo dire che in tanti anni mi ha regalato emozioni incredibili. Chiaramente ce ne sono state di positive e di negative, ma comunque sempre di grandissime emozioni si è trattato, che mi hanno riempito la vita e mi hanno fatto diventare uomo.
Nessuna recita. Il calciatore vive emozioni vere, senza essere un attore. Nello spogliatoio bisogna imparare a fidarsi dei compagni, a essere amici. Come, per esempio, succedeva a quella Sampdoria, in un clima magico, creato grazie al genio e all’intuizione di Paolo Mantovani. Quella squadra in cui Vialli aveva imparato a fidarsi di Ivano Bonetti:
Io, per esempio, avevo imparato a fidarmi di Ivano Bonetti. Lui faceva di tutto per sembrare inaffidabile, ma io avevo capito che quella era una maschera e che in realtà, dietro al ragazzo che poteva fare mille chilometri in macchina per uscire con una ragazza, o almeno per il gusto di raccontarcelo, c’era una persona sincera e generosa.