Marco Ponti, regista de La Bella Stagione, ha raccontato com’è nato l’ultimo libro su Gianluca Vialli, bandiera della Sampdoria
Il 6 gennaio sarà un anno senza Gianluca Vialli e il tempo sembra essersi fermato. Due giorni dopo, l’8 gennaio, ci sarà l’evento al Carlo Felice “My name is Luca. Ballata per Vialli”, mentre il 9 uscirà in libreria “Le cose importanti”, curato da Marco Ponti, il regista de “La bella stagione” e da Pierdomenico Baccalario.
Ponti ha raccontato come è nata, durante le riprese del film, l’idea di un libro, che è il pensiero finale di Vialli, come affermato al Secolo XIX dal regista:
Luca ci ha lasciato il suo pensiero finale. E’ un libro che ispira tutti noi nel come affrontare la vita, anche quando colpisce duro. È in lavorazione pure un podcast, con la sua voce. E anche stavolta c’è un fine benefico: i proventi andranno alla Fondazione Vialli e Mauro.
Com’è nata l’idea del libro? Da Vialli, come sempre. Dalla sua sensibilità, dalla sua umanità, dalla sua voglia di raccontare:
Eravamo a casa di Vialli, a Londra, per l’intervista da usare ne “La bella stagione”. E lui: “Avete tempo?”. “Certo”. “Bene vorrei dire cose non legate al film ma che vorrei rimanessero: per me sono importanti, vorrei affidarle a voi”. Il titolo l’aveva già “suggerito” Luca. E ci ha aiutato Paolo Del Brocco, ad di Rai Cinema, colpito dal magnetismo di Luca: venuto a Londra per un saluto rimase due giorni, non riusciva ad andare via.
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Due le cose che hanno colpito più del pensiero di Luca Vialli. La prima sul talento, un qualcosa da allenare secondo Vialli, non un’alibi per non allenarsi:
Una è il concetto di talento, a volte usato come scusa. Ho talento, mi alleno meno. O non credo di averlo e non faccio nulla. Luca ribalta il luogo comune: il talento non è all’inizio, ma un premio che arriva a fine percorso, dopo che mi sono impegnato più di tutti. La fatica illumina il talento, se ce l’ho faccio di più, non meno.
E poi l’amicizia. Un gruppo di fratelli è più forte di uno di colleghi e su queste basi va costruita una squadra. Come quella Sampdoria, forgiata sui legami umani tuttora ben saldi:
Il suo concetto di amicizia: ha capito presto che un gruppo di amici e fratelli è più forte di uno di colleghi. L’amicizia come valore su cui costruire la squadra, più forte del tempo, dei disincanti, delle liti. Ancora oggi in quella Samp si vogliono bene tutti.
Già, la Sampdoria, una delle cose più importanti della vita di Vialli. Qualcosa da ricordare, non con i video su Youtube, ma con un qualcosa di solido:
Diceva: “Se qualcuno vuole sapere cosa è la Samp deve scovare frammenti di video su Youtube. No, dobbiamo costruire un mito solido, tutti quelli che vedranno il film sapranno di cosa stiamo parlando”.