Gli ultimi incontri, gli ultimi eventi insieme, la grandezza: il racconto di Massimo Mauro su Luca Vialli, bandiera e simbolo della Sampdoria e del calcio italiano
Massimo Mauro è stato uno dei più grandi amici di Luca Vialli. I due hanno dato il via alla fondazione benefica Vialli&Mauro e sono stati insieme quasi fino alla fine. Fino a quel tragico 5 gennaio quando, alla sera, Vialli si spense al Royal Marsden Hospital. Una notizia sconvolgente, che sarebbe arrivata in Italia l’indomani mattina.
A La Stampa Mauro ha ricordato gli ultimi giorni di Luca. L’ultimo incontro il 23 dicembre 2022, il Natale passati lontani, la chiamata della moglie Cathryn e il funerale. Con la bara portata da Mauro, da Roberto Mancini, dai fratelli e dall’amico storico Nando:
Mi aveva chiamato la moglie Cathryn, “Massimo vieni a Londra”. Soffriva moltissimo Luca, aveva dieci minuti di lucidità, poi doveva ricorrere alla morfina. Gli ho dato un bacio, me ne sono andato e ho chiamato subito Mancini. L’ho rivisto nella bara, l’abbiamo portata io, Mancio, i fratelli di Luca e Nando, il suo amico storico di Cremona. Suonavano la Canzone del sole di Battisti e un pezzo di Morricone, li aveva scelti lui.
Sampdoria, la grandezza di Luca Vialli
Sampdoria, Massimo Mauro: Luca Vialli è stato un eroe. Il racconto
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Prima dell’addio Mauro e Vialli si erano visti in agosto, in occasione di un torneo giovanile ad Alba. La situazione era già peggiorata, ma, secondo l’ex compagno, Luca è stato un eroe. Ha voluto premiare di persona tutti i ragazzi, nonostante la forma che lo stava lasciando:
Eravamo ad Alba per un torneo giovanile. Abbiamo passato quattro giorni insieme e avevo capito che la situazione era peggiorata, mangiava ma non prendeva un etto. Eppure non mollava. Luca ha voluto premiare con una medaglia tutti ragazzi. Pioveva e lui non riusciva a stare in piedi a lungo, fu costretto a scendere negli spogliatoi per sdraiarsi. In quei mesi è stato un eroe.
La sua grandezza era nel non mettere in imbarazzo chi gli parlava. Una grandezza che ha condiviso anche con Sinisa MIhajlovic, scomparso 20 giorni prima, secondo un tratto comune, quasi un filo che li legava:
La sua grandezza? Quella di non farsi mai compatire e di non far mai sentire in imbarazzo chi gli parlava. Ha avuto dignità fino in fondo. Come Mihajlovic. Non so se c’è un tratto comune legato al fatto di essere stati calciatori, ma hanno avuto una gestione straordinaria di fronte alle difficoltà fisiche.
Mauro racconta anche di un grande rimpianto:
Luca aveva deciso di far conoscere l’Italia alle sue figlie e non era mai stato da me in Calabria. E la volta che mi aveva dato la disponibilità per farlo -“io e te da soli per una settimana” – avevo degli altri ospiti a casa e fui costretto a dirgli di no. Non me lo perdonerò mai.