Per Maurizio Michieli il male della Sampdoria non è solo Giampaolo e i suoi moduli. Il male arriva dalla gestione di Massimo Ferrero…
La Sampdoria lotta per salvarsi. Una lotta continua che si è trasferita a Verona, a casa di amici di tifo. Nel centro sportivo della Virtus non manca nessuno. C’è anche il presidente Marco Lanna. Ci sono tutti i dirigenti. Non poteva essere altrimenti. Ma a preoccupare Maurizio Michieli non è chi c’è o chi non c’è. Ma è cosa c’è dentro la Sampdoria. Nella testa, nelle gambe e nelle casse…
Il direttore della redazione sportiva di Primocanale nel suo editoriale non fa troppi giri di parole e punta il dito ancora contro Massimo Ferrero. Ma prima tira le orecchie a Marco Giampaolo:
…A preoccupare è l’involuzione, il progressivo spegnimento della formazione di Giampaolo. Dall’inizio del campionato, gestione D’Aversa compresa, sono stati provati tutti i moduli possibili, senza mai raggiungere uno standard di rendimento sufficientemente affidabile. Ecco perché, per comprendere l’attuale situazione blucerchiata, bisogna allargare gli orizzonti e non guardare agli aspetti spiccioli…
Sul piano tecnico, strada facendo sono stati persi elementi offensivi del calibro di Damsgaard e Gabbiadini, che hanno privato la squadra di ricambi in attacco. Poi, il ribaltone in panchina che non ha prodotto i risultati sperati. Inoltre, il mercato di gennaio, effettuato in ristrettezze economiche, si è rivelato fallimentare: nessuno dei nuovi arrivati, per un motivo o per l’altro, ha portato un contributo tangibile al gioco della Sampdoria.
Poi come detto c’è la società, chi c’era prima di Lanna e chi si occupa della cessione del club…
Sampdoria, Giampaolo colpevole ma non è il solo…
Sampdoria, Michieli: il male non è solo Giampaolo
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Il male della Sampdoria non è solo una questione di moduli, non è il solo Giampaolo. Il male arriva da Ferrero e per chi se lo fosse dimenticato, da chi lo ha messo lì, al comando per sette lunghissimi anni. Un male estirpato? Non ancora…
Sul piano ambientale la società ha visto mozzata la propria testa con l’arresto del presidente e proprietario e da quel momento il nuovo cda, per metà identico a quello vecchio, è stato costretto a navigare finanziariamente a vista, sventolando (per bocca del direttore operativo Bosco) i 24 milioni di passivo e i 100 di indebitamento (ma sono di più) come un grande risultato.
In mezzo a questo pandemonio, le presunte trattative di cessione del club, condotte in solitario e senza neanche un advisor dall’ambiguo Vidal, metà uomo di Ferrero e metà “custode” della Samp e quindi del suo futuro.
Eppure, la salvezza sul campo rimane (per ora) l’unica salvezza possibile da un cancro originario, le cui metastasi si sono via via estese a tutto il corpo blucerchiato. E laddove la parola salvezza ripetuta due volte è puramente voluta…