Marco Giampaolo ha analizzato la sconfitta con il Milan, ecco cosa ha detto l’allenatore della Sampdoria dopo la partita
Marco Giampaolo non ha nascosto la sua rabbia per l’arbitraggio di Michael Fabbri in Sampdoria-Milan. Ma non c’è solo il direttore di gara nei pensieri del tecnico.
Una partita difficile e tirata, perché la posta in palio era alta. Io penso che dopo l’espulsione di Leao. Che è come l calcio di rigore assegnato al Milan. Era rigore? Ora se si muove una foglia in area è tutto più complicato. E’ giusta l’ammonizione alla fine a Leris? No. Se non metti le mani, come proteggi la palla? Ci sono state tre partite: la nostra, quella del Milan e quella dell’arbitro. E giudicatele.
Poi però Giampaolo ha parlato del Milan, della gara e del valore dell’avversario.
Il Milan mette in difficoltà tutti. La Samp, però, ha fatto una buonissima partita. Glieli riconosciamo i meriti. E’ una partita persa maldestramente, dopo l’espulsione eravamo in pieno controllo. Una palla buttata lì ed è calcio di rigore. Loro non si fanno prendere dalla disperazione, sono capaci nel gestire questi momenti. L’arbitro gli ha anche dato una mano.
Cosa è mancato per il pareggio? L’ho detto prima. In alcune situazioni si poteva gestire meglio. Potevamo avere un’inerzia migliore in quella parte di secondo tempo. Abbiamo tentato di giocare e fare un passaggio in più, nelle situazioni a metà ritengo si poteva fare meglio. Abbiamo ha fatto il massimo che potevamo fare.
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Altro argomento ‘scottante’ sono le trasferte. Finora due partite fuori casa e due sconfitte.
Ci misureremo. Le partite stanno lì e ci misureranno. Parliamo di quella di oggi.
Poi è stato il turno della domanda su Ignacio Pussetto e cosa può dare al reparto offensivo.
Lui è una seconda punta e quindi ne avevo due in panchina: Quagliarella e Gabbiadini. È entrato uno e poi è entrato l’altro. E’ il gioco dei ruoli, è arrivato da una settimana e spero ci possa dare una mano.
Gabbiadini? Vediamo quando giochiamo con le due punte, sta meglio. Novanta minuti è dura. Djuricic, invece, è un giocatore forte, sa giocare a calcio. Ha finito con i crampi ma si capisce perché. Perché ha fatto lo stesso percorso di Villar, Winks e Pussetto, che si allenavano in differenziato nelle loro squadre di appartenenza.
La conclusione è inevitabilmente sugli arbitraggi con cui la Sampdoria ha dovuto fare i conti, ma Giampaolo non si sente vittima.
Non vogliamo essere vittime. Giudico la direzione arbitrale dall’espulsione in poi. Io rispetto la classe arbitrale. La società fa la società io l’allenatore.