La Sampdoria vince e finalmente convince e il merito è di Andrea Pirlo. Manuel De Luca non piace ancora? Abbiamo aspettato tutti. Perché lui no?
Amici di Club Doria 46, temevo molto la partita con il Lecco.
Intanto perché le squadre lombarde avevano finora portato una iazza cosmica, vedi Brescia e Como, e con la lodevole eccezione di Cremona. In secondo luogo perché temevo una brutta ricaduta dopo la partita di Brescia. Infine, per le tante e pesanti assenze che infortuni (soprattutto) e squalifiche avevano determinato alla vigilia e che facevano paventare soluzioni di ripiego non all’ altezza.
La gara di sabato mi ha fatto piacevolmente ricredere: al netto di un inizio di marca manzoniana, tipico della squadra più scarsa che prova ad imporre subito il proprio ritmo ma che ha prodotto solo due – peraltro eccellenti – tiri da fuori, i quali hanno confermato la grande reattività tra i pali di Stankovic, la Sampdoria ha saputo assumere con piena coscienza la padronanza del gioco. In modo esperto e responsabile, voglio dire, maturando già dal primo tempo una vittoria netta e indiscutibile.
Come mi è capitato di criticarlo, e faccio ammenda, oggi plaudo alla capacità di Andrea Pirlo di non essersi fossilizzato su schemi e moduli che sembravano dogmatici, ma di aver saputo modellare la squadra sulle caratteristiche dei suoi giocatori.
Oggi l’impressione non è soltanto di un gruppo coeso e con valori umani oltre che tecnici, ma di un complesso dove ognuno sa dove deve stare e cosa fare, al netto delle sbavature individuali.
E qui, forse, arrivano le note meno liete, anche se pur esse possono sembrare opportunità di ulteriore crescita.
Sampdoria, limiamo ancora qualche difetto e la squadra di Pirlo ci farà divertire
Sampdoria, oggi plaudo Andrea Pirlo. De Luca? Abbiamo aspettato tutti. Perché lui no?
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Mi sembra, infatti, che talvolta (e persino all’interno di gare dominate) la squadra tenda all’errore di grammatica, allo strafalcione, che rischia di vanificare lunghi momenti di calcio più che accettabile e di campo tenuto ben meglio degli avversari. Questa, cioè, rimane una squadra capace di rovinare con un singolo movimento sbagliato un pomeriggio di qualità, e succede persino in partite in cui non si subiscono reti (tre delle vittorie casalinghe a Marassi, più Modena, fanno quattro “reti inviolate” nelle ultime sette partite: non male).
Niente mi toglie dalla testa che le ultime due sconfitte – Bolzano e Brescia – siano arrivate in modo del tutto casuale ed episodico, a differenza di gare (più di tutte quella interna col Cittadella) dove la Sampdoria era stata messa sotto in modo abbastanza evidente. Per “episodico” intendo il modo con il quale il Brescia passa dopo dieci minuti approfittando di un’errata diagonale, innervosendone l’autore e inquietando i compagni di squadra, come se un batterista avesse sbagliato clamorosamente il tempo e avesse mandato fuori ritmo basso, chitarra e tastiere.
Sampdoria, capitolo Ghilardi e De Luca
Ecco, bisognerebbe che i singoli, ma anche tutta la squadra, lavorassero per limare questi difetti di interpretazione, quelli sui quali ad esempio Ghilardi deve evitare di farsi passare davanti il centravanti avversario sugli spioventi dalle retrovie, perché da lì sono nati spesso episodi negativi.
Con tutto ciò, non dimentichiamoci che i due centrali blucerchiati hanno quarant’anni in due, e giostrano davanti ad un portiere più vecchio… di ben un anno. Cresceranno ancora.
Chiudo con De Luca: sicuramente non è fortunato a livello realizzativo, ma: intanto è l’unico in rosa, oggi, capace di fare quel tipo di gioco, e non mi pare che lo faccia poi così male, visto che chi lo attornia – Borini, Esposito, speriamo presto anche Verre (in crescita) – in porta ci va; e poi è reduce da un infortunio lungo e fastidioso, e col fisico che ha ci sta che stia recuperando con più fatica. Si sbloccherà, e per farlo deve giocare e sbagliare: abbiamo atteso anche gli altri, perché lui non dovrebbe avere le sue occasioni?