Il confronto tra i cambi di Sampdoria e Palermo è impietoso: zero goal per la squadra di Pirlo, otto per quella di Corini, che fa male anche nel recupero
Nell’epoca dei cinque cambi, le sostituzioni possono radicalmente cambiare l’andamento di una partita. E questo la Sampdoria lo sa fin troppo bene, dato che troppo spesso, quest’anno, ha subito rimonte negli ultimi 15 minuti. Contro Venezia, Parma e Sudtirol i minuti finali sono costati 8 punti, proprio quando i cambi devono fare la differenza.
In undici partite, nessun blucerchiato subentrato ha fatto goal e l’unico che ha contribuito è stato Kristoffer Askildsen con l’assist per Fabio Depaoli nel 2-1 alla prima giornata contro la Ternana. Di contro, sabato 4 novembre, i blucerchiati avranno un Palermo che dalla panchina riesce sempre a pescare molto bene.
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In 10 partite – i rosanero ne devono ancora recuperare una contro il Brescia – hanno avuto il contributo di ben otto goal e 4 assist da calciatori subentrati dalla panchina, con ben tre reti realizzati dal bomber Mancuso. Le altre cinque portano le firme di Soleri, Di Francesco, Aurelio, Stulac e Brunori.
A questo dato, poi, bisogna aggiungere quello dei goal segnati nel recupero: sei su 17 totali per i rosanero, nessuno per i blucerchiati. Un chiaro segnale della differenza tra le due panchine in cui, sicuramente, Eugenio Corini può “pescare” meglio rispetto ad Andrea Pirlo, condizionato anche dalle recenti assenze in difesa e, soprattutto, di Estanis Pedrola.