Nella Sampdoria dal 2015 gli stranieri hanno piano piano preso il posto della forte colonia italiana: dagli africani guidati da Eto’o alla SampScandinavia
Negli ultimi dieci anni la Sampdoria ha cambiato pelle molte volte, passando da un’amore tutto italiano, a quello per il sudamerica, per poi guardare quasi esclusivamente in Europa. Si parte, infatti, dalla Sampdoria italiana dei bienni 2010-2012 e 2013-2015, con almeno 20 italiani in rosa. L’ultima, quella del 2015, ad avere più italiani che stranieri. C’è poi quella sudamericana della stagione 2012/13. In quell’anno furono ben dieci i giocatori arrivati da oltreoceano presenti. Il legame con quella terra è andato via via scemando, arrivando ai soli tre sudamericani attuali.
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C’è stata una Sampdoria a forte tinte africane nella stagione 2014/15, con Duncan, Eto’o, Acquah e Mesbah a guidare il gruppo. Poi, quando negli ultimi anni è cresciuta la propensione per l’acquisto di giocatori europei, le colonie nello spogliatoio sono mutate spesso. C’è stata una forte presenza balcanica, con Djuricic, Pavlovic, Strinic, Budimir, Zukanovic, Simic, poi una Sampdoria a tinte iberiche, con i vari Pedro Pereira, Bruno Fernandes, e Jose Campana. Quello fu un esperimento non proprio riuscito.
La colonia dell’est, poi, con i vari Skriniar, Schick e i giocatori citati in apertura e ora è il momento della SampScandinavia. Piano piano nella Sampdoria le varie colonie di stranieri hanno preso il posto di quella italiana che è passata dagli addirittura 24 giocatori della stagione 2011/12 ai quattordici di ora. Quattordici contro quindici.