Pazzini ripercorre la sua esperienza alla Sampdoria, dove è esploso come calciatore, raccontando di essere andato via solo con un rimorso
Nonostante l’avventura a Genova sia durata solo due anni, Giampaolo Pazzini è entrato subito nel cuore dei tifosi della Sampdoria. E con la Sampdoria è rimasto un legame ancora molto forte per l’attaccante, che in blucerchiato ha vissuto la sua vera e propria consacrazione. Arrivato nel 2009 e andato via nel 2011, potrebbe sembrare una semplice parentesi di passaggio.
Ma non è andata così. L’esultanza con la “V” ai lati del naso, il soprannome “Pazzo”, la doppietta alla Roma. E quei 48 goal in 87 partite, una media realizzativa pazzesca che poi gli ha spalancato le porte delle big italiane. Pazzini, in un’intervista a Radio Serie A, ha raccontato di aver scelto la Sampdoria col sentore che lì avrebbe potuto dimostrare chi era davvero. E ha avuto ragione:
Alla Sampdoria c’è stata la mia esplosione. L’ultimo anno alla Fiorentina era arrivato Gilardino e mi avevano detto di trovare una soluzione. Io ero giovane e volevo andare a prendermi le mie responsabilità, volevo giocare e dimostrare chi ero. Avevo un altro paio di squadre che mi hanno cercato, ma quando è arrivata la Sampdoria mi sentivo di andare là. E tutto è andato come pensavo. Avventura pazzesca, intensissima, abbiamo vissuto un sacco di cose
Pazzini: “Coppa Italia del 2009? Sarebbe stato incredibile vincerla”
Sampdoria, Giampaolo Pazzini: sono andato via con un solo rimorso…
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Scalzato alla Fiorentina dalla concorrenza di Alberto Gilardino, attuale tecnico del Genoa, Pazzini si è tolto tante soddisfazioni alla Sampdoria. La cavalcata fino al quarto posto, l’emozione di disputare i preliminari di Champions League. E la finale di Coppa Italia, persa contro la Lazio ai rigori nel 2009, in cui lui aveva segnato il goal dell’1-1 nei tempi regolamentari. Alla lotteria dei penalty finale sbagliarono Antonio Cassano, il suo “gemello del gol”, e Hugo Campagnaro. Quella partita rappresenta per il Pazzo l’unico rimorso blucerchiato:
Già nei primi mesi ci siamo salvati bene, siamo arrivati in finale di Coppa Italia, abbiamo perso ai rigori dopo aver eliminato l’Inter dei campionissimi in semifinale. È stato un rimorso perché vincerla con la Samp sarebbe stato incredibile. Anche l’annata successiva coi preliminari di champions è stata una cavalcata pazzesca giocare a marassi in casa era incredibile avevamo una mentalità una sicurezza e un trasporto veramente bello
Le imprese che Pazzini ha compiuto a Genova con la Sampdoria hanno anche un fattore in più che hanno aiutato: i tifosi. L’attaccante ricorda ancora fortemente il supporto ricevuto nelle partite al Ferraris:
Marassi è uno stadio in cui chi gioca in casa sente quella cosa in più. I tifosi sono vicinissimi, li senti anche nel riscaldamento, non potevamo non vincere. Ci davano quella carica e quella sicurezza giusta per raggiungere quelle imprese come la Champions