Suo padre Aldo è stato uno dei pionieri del ruolo, il “Mbappé” degli osservatori: ora Riccardo Pecini prova a ricalcarne le imprese alla Sampdoria
Di padre in figlio. Nel dna dei Pecini scorre il fiuto per gli affari e per i talenti da far sbocciare. Così fa Riccardo alla Sampdoria e così ha sempre fatto suo padre Aldo, scopritore, tra gli altri, di Julio Cesar ai tempi dell’Inter. Un curriculum fittissimo per il padre dell’attuale capo osservatore della Sampdoria, che ha girato tra Chievo, Fiorentina, Lazio, Torino, Parma, Manchester City e nel 2001 contribuì anche alla vittoria dello scudetto degli Allievi al Bologna.
“Mio papà è stato un pioniere di questo lavoro – dice Riccardo Pecini, che poi racconta come ha iniziato – lo seguivo sui campi di tutte le categorie, da Avezzano fino ad arrivare a San Siro. La passione era nel dna e, mentre studiavo, ho avuto la fortuna di iniziare a collaborare con il Parma”.
LEGGI ANCHE Sampdoria, i segreti di Pecini per scoprire il nuovo Icardi
Aldo Pecini lavora al Napoli dal 2018, dove monitora i campionai esteri nel team di Giuntoli, ma Riccardo non nasconde un desiderio per il futuro: “Portarlo alla Sampdoria sarebbe come prendere Mbappé”.