Luca Pellegrini, capitano della Sampdoria di Boskov che incantò l’Italia e l’Europa, ha parlato del suo passato e della fascia…
Nella Sampdoria che ha incantato l’Italia e l’Europa c’erano grandi giocatori, ma soprattutto grandi uomini. Come Luca Vialli, di cui ancora piangiamo e piangeremo sempre la scomparsa, e come il capitano Luca Pellegrini, che ha vestito la maglia più bella del mondo dal 1980 al 1991.
Una storia, la sua, coincisa a pieno con il periodo più bello della storia blucerchiata e terminata con lo storico scudetto del 1991, con Vujadin Boskov in panchina, l’uomo che lo ha incoronato capitano. A Numero Diez, Pellegrini ha spiegato uno dei tanti segreti per il successo di quella squadra.
Sampdoria, Pellegrini: l’incoronazione di Boskov
Sampdoria, Pellegrini: nello spogliatoio tanti galletti…
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Pellegrini è arrivato per primo. Da qui l’idea di renderlo capitano, anche perché incarnava a pieno i valori della Sampdoria:
Io ho indossato la fascia perché sono arrivato per primo, ho iniziato facendo il vice e poi è arrivata l’”incoronazione” con Boskov. Penso che io incarnassi un po’ tutti i requisiti dello stile Sampdoria, quindi è anche per questo motivo che probabilmente sono stato scelto dalla società.
Nel gruppo, però, c’erano molti capitani. Molti leader: da Roberto Mancini a Vialli, passando per Gianluca Pagliuca e Pietro Vierchowod. Tanti galletti:
Nel nostro gruppo, però, c’erano tanti capitani: la nostra forza è che siamo tutti arrivati pulcini e siamo diventati galletti, per cui serviva qualcuno che sapesse gestire il pollaio. Il mister era un grande psicologo, più che un grande tattico.