La Sampdoria si prepara ad affrontare le prossime partite a porte chiuse: due i precedenti, l’ultimo nel segno di capitan Quagliarella
Il futuro della Serie A e del calcio è segnato: porte chiuse. Fino a quando, al momento, è impossibile da dire. Così il Ferraris, come gli altri stadi, si prepara ad essere vuoto: niente gradinata piena, niente bandiere e niente cori. “Irreale, le porte chiuse sono la morte del calcio”, queste le parole di Ranieri alla vigilia dell’ultima partita giocata a Marassi dalla Sampdoria.
Nella storia recente dei blucerchiati la vittoriosa partita contro il Verona è stata solo la seconda giocata senza pubblico. La prima fu nel 2013, sempre a marzo, a Cagliari. Lì la squadra allora allenata Delio Rossi cadde sotto i colpi di uno scatenato Ibarbo – tripletta per lui – e a nulla servì il rigore di Maxi Lopez nel finale.
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Due soli precedenti, quindi. Pochi per parlare di un andamento, anche se la partita con il Verona di quest’anno può fa ben sperare quantomeno per le partite casalinghe. Nessuna paura per la Sampdoria, mentre si continua a considerare il calcio a porte chiuse come qualcosa di totalmente diverso.
“Giocare a porte chiuse è un altro sport. A inizio partita non puoi dare la mano all’avversario, mi viene da ridere, mi lascia perplesso”. Così sentenzia capitan Quagliarella, ironia della sorte, l’uomo che ha condotto la Sampdoria nella rimonta di marzo con il Verona.