La prima proposta per il taglio degli stipendi alla Sampdoria è stata rifiutata all’unanimità dai giocatori: la trattativa continua
L’accordo sul taglio degli stipendi in casa Sampdoria è ancora distante. I mesi interessati dalla trattativa dal club e i calciatori sono quattro: da marzo a giugno. Una volta accantonata la prima idea di Ferrero, quella di tagliare una parte degli stipendi e spalmarne un’altra, è stata proposta ad alcuni giocatori una bozza di proposta.
La dirigenza blucerchiata ha fatto arrivare a Quagliarella, Tonelli, Ekdal, Audero – il rappresentante sindacale – Barreto, Linetty e Murru la proposta iniziale. Proposta che, dopo un confronto con l’Aic e con i propri agenti, è stata rifiutata all’unanimità.
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La bozza prevedeva due opzioni, una in caso di ripartenza della Serie A, una in caso di sospensione definitiva. Nel primo caso taglio degli stipendi di marzo e aprile e mezzo mese che sarebbe stato pagato come bonus salvezza. I mesi di maggio e giugno sarebbero stati saldati entro dicembre 2020, come da norma federale. Nei tagli non rientrano gli stipendi inferiori a 100.000 euro – in prima squadra c’è solo Falcone.
La seconda opzione, quella in caso di sospensione, avrebbe previsto, oltre al taglio di marzo e aprile, un’ulteriore negoziazione sugli altri due mesi. Trattativa ancora lunga, quindi. Intanto entro il 30 aprile la Sampdoria deve saldare gli stipendi di febbraio, l’ultimo mese in cui si è giocato.