Ranieri cambia ancora modulo contro il Benevento arriva un primo tempo avaro di occasioni e una ripresa riscattata solo nel finale
Altra formazione sperimentale di Claudio Ranieri. Nella seconda gara di ritorno contro il Benevento il tecnico blucerchiato per l’ennesima volta ha cercato di sfregare la lampada alla ricerca del genio, di soluzioni convincenti. Puntualmente queste non si sono rivelate. Sorgono allora delle domande, dei dubbi.
Prendendo in considerazione le più recenti uscite, quella di Parma e quella con la Juventus, la squadra doriana ha presentato ben 2 moduli diversi. Tre contando Benevento. E ovviamente diversi interpreti. Ora, molto discutibili le scelte di stavolta, con il senno di poi quasi irrazionali. Escludere dal primo minuto gente come Maya Yoshida oppure Fabio Quagliarella, per non parlare di Mikkel Damsgaard lascia francamente perplessi.
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Il responso del campo parla a loro favore. L’inserimento di questi tre giocatori nella ripresa infatti, soprattutto nell’ultima mezz’ora, ha cambiato l’inerzia di una gara partita male per l’ennesima volta. Evidentemente al tecnico romano non è bastata la lezione contro la Juventus, in cui è stato concesso un tempo senza colpo ferire. Anche stavolta un altro tempo dissipato nel quale nessun blucerchiato è spiccato per qualità, iniziativa e buona volontà.
Tralasciando il reparto difensivo, che ha fatto il suo onesto dovere, grossi dubbi permangono sul modulo nel quale Morten Thorsby, nomen omen, giocava avanzato come un pesce fuori d’acqua e mortalmente fuori partita. Per non parlare del compitino di Adrien Silva e di quello di Jakub Jankto.
Ma più del resto desta perplessità la prova di Antonio Candreva, sottotono nonostante l’obbligo di riscatto. Ranieri aveva chiesto maggior cattiveria e convinzione, ma se la squadra in ogni partita continua a cambiare assetto tattico probabilmente avrà sempre bisogno di un tempo per ritrovarsi. E li le motivazioni contano relativamente.
Okay adattarsi agli avversari, ma contro un Benevento così modesto e in lotta per la salvezza giocare a viso aperto cercando di impostare il proprio gioco non sarebbe stato un peccato. Essere così prudenti fa più pensare a paura, che alla tanto evocata cattiveria.
Sampdoria, Ranieri cambia ancora modulo col Benevento