La nuova Sampdoria è partita e Roberto Mancini a PrimoCanale ha parlato di suo figlio Andrea che da poco ha iniziato la sua avventura in blucerchiato.
La Sampdoria ha finito la prima parte di ritiro a Livigno in vista dell’inizio del campionato di Serie B.
Sotto la guida di mister Andrea Pirlo i blucerchiati al fresco di Livigno hanno iniziato a forzare e hanno disputato le prime amichevoli stagionali.
Sampdoria, Andrea cresciuto sognando i colori blucerchiati
Sampdoria, Roberto Mancini lancia suo figlio: Andrea è cresciuto con l’amore per questi colori
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I colleghi di PrimoCanale hanno avuto il piacere di poter intervistare il ct della nazionale nonchè ex giocatore della Sampdoria Roberto Mancini.
Inevitabili le domande su suo filio Andrea che da qualche settimana è entrato dentro lo staff della Sampdoria, la squadra che ha visto diventare grande papà Roberto.
Mister Roberto Mancini ha parlato cosi di suo figlio Andrea che ha vissuto il suo primo ritiro con i colori blucerchiati:
È stato emozionante vederlo con quei colori. Andrea è sempre stato sampdoriano. È cresciuto fra Genova e Bogliasco, mi ha visto indossare quella maglia, quando è cresciuto avrebbe voluto passare nelle giovanili della Sampdoria ma poi non c’è stata la possibilità. Io allenavo la Lazio, l’Inter, ma lui avrebbe voluto venire a Genova nella Sampdoria, non nel mio club dell’epoca
Il ct ha anche svelato che era a conoscenza di questa opportunità e che nonostante la giovane età Andrea può fare davvero bene:
Sapevo che stava maturando qualcosa, ero a conoscenza della possibilità poi la cosa è andata in porto. E fare questo lavoro nella Sampdoria credo sia una grande occasione. Andrea è giovane, ma ha competenza, parla tre lingue, è un ragazzo per bene
E per finire gli è stata posta la domanda se dava qualche consigilio a suo figlio per questa nuova esperienza con i colori più belli del mondo:
Parliamo sempre di calcio, ma poi ognuno ha le sue idee e, quando si lavora, le responsabilità sono personali. Ma lavorare per una squadra verso cui provi amore è qualcosa di molto bello. Ripeto: non devo dargli consigli, lui capisce di calciatori, studia, s’informa. E, comunque, quando dovrà fare delle scelte non sarà con me che dovrà confrontarsi, ma con Pirlo, con il presidente, con Legrottaglie