La Sampdoria di Andrea Pirlo in Serie A subito? Secondo alcuni tifosi non si poteva e aver raggiunto i playoff è già un grande risultato
Cari amici di Club Doria 46, siamo arrivati a fondo corsa di questa stagione 2023/2024, e nel modo che personalmente avrei immaginato fin dall’inizio, e del quale mi sarei persino accontentato. A priori.
Ho provato a mettere sui due piatti della bilancia quanto avrebbe potuto spingere verso un esito migliore e le zavorre nagative, e provo a ricomporre il peso finale insieme a tutti voi.
Sul piatto “cattivo” ho posato le scorie degli ultimi anni, l’ultima in particolare; le fosche e incombenti presenze che ad esse riconducevano; un governo societario in divenire e, a parer mio, non del tutto chiaro, con qualche mistero ancora irrisolto (Radrizzani, Singapore, fondi qatarioti che passano da presenza ufficializzata a ipotesi futuribile, tanto per citarne alcuni), e qualche inesperienza; una squadra assemblata con più d’una carenza di organico e mai del tutto completata, tra paletti e bucce di banana; una lunga e triste sequenza di infortuni; un allenatore con tante idee ma forse più adatto al fioretto che alla scimitarra, così necessaria in cadetteria.
Sampdoria, i playoff erano davvero il massimo risultato possibile?
Sampdoria, Serie A subito? Non si poteva, e lo abbiamo sempre detto. Playoff grande risultato!
LEGGI ANCHE Sampdoria, Andrea Pirlo non manca ancora la squadra in vacanza. La richiesta a Manfredi
Su quello buono ho posato invece le non poche sorprese riservate da un organico tutto da esplorare; la crescita continua di tanti ragazzi che sarebbe delittuoso non rivedere più in blucerchiato; la ritrovata voglia di Sampdoria di una tifoseria che non ha mai mollato, ma che finalmente è tornata ad appassionarsi al calcio giocato (prima per distacco per presenze in serie B e decima assoluta in Italia – settima in trasferta, nonostante i cervellotici divieti di certi “Osservatori” – davanti a piazze che si giocavano coppe europee); la consapevolezza quindi che il ruolo sportivo della Sampdoria è in questo ambito, nel quale rientrare a breve diventa sostanzialmente un obbligo.
Poi, però, bisogna fare i conti con il campo: che ha parlato con franchezza di una squadra fragile e con molta più tecnica che personalità, condizionabile dagli episodi e dall’aggressività avversaria. Di una difesa migliorata notevolmente nel corso della stagione, ma soggetta ad amnesie fatali; di un centrocampo dominante con gli interpreti al massimo, ma compassato nelle giornate storte; e di un attacco da cooperativa del gol, ma falcidiato dagli infortuni, frutto spesso di scelte non consone.
La partita di Palermo ha fatto da indice dei capitoli del libro blucerchiato. Non ci torno perché ormai è storia e non più cronaca. Mi limito ad osservare che, se anche si fosse riusciti ad andare oltre il primo turno, ci si sarebbe verosimilmente dovuti arrendere al secondo, quando non al terzo. E sarebbe, da un punto di vista morale, stato ben peggio.
Sampdoria, bisogna accontentarsi…
Che fosse già un grande risultato portare a casa la ghirba e interrompere l’emorragia emotiva degli utlimi anni, per me e per la gran parte dei sampdoriani, era una sorta di dogma. Arrivare ai playoff da settimi (sesti sul campo) è già stata un’impresa, maturata tra l’altro dopo un inizio choc, che pareva mettersi in continuità con la disgraziata stagione scorsa.
E anche in questo prendo le distanze dal Direttore di questa pagina, al quale voglio sempre più bene nonostante visioni spesso agli antipodi. Quindi mi fa francamente sorridere – un sorriso di commiserazione – chi ha inteso festeggiare un “non risultato” temuto solo maliziosamente da chi non ha altri motivi di gioia (forse nemmeno soltanto sportiva) che le disgrazie altrui. Farneticanti tribuni che parlano di “Karma” (ancora??), o di azioni mediatiche di disturbo per mascherare un fallimento che, quest’anno, è stato tale solo per chi temeva finali meno scontati.
Adesso, però, e finalmente, si guarda avanti: inizia un altro capitolo, ed è giusto aspettarsi che si lavori per evolversi. Paletti o no.