La Fiorentina ha vinto, può andare in Europa. Lunedì per la Sampdoria sarà una partita vera, da giocare. Serve grande spirito di adattamento
Due giornate alla fine di una stagione estenuante, per tutti. Partite decisive che non decidono niente, partite scontate in cui nessuno fa sconti, partite con un risultato solo che poi non è quello…
Tutto imprevedibile, tranne due cose. La Sampdoria e le sue partite.
Sì, perché – rassegniamoci – ai blucerchiati nessuno regala niente (e, se volessimo essere sportivi, francamente è meglio così), e soprattutto mai al mondo si porta a casa un risultato inatteso, un pari rubacchiato, o qualsiasi altro esito non preventivabile.
L’unica incrinatura nel muro delle mie certezze riguarda forse la recente trasferta di Verona, ma – tanto per tacitare qualche maligno – sicuramente non Sassuolo ed Empoli, squadre tanto brillanti quanto anarchiche, come il campionato ha chiaramente spiegato.
Eppure qualche episodio che poteva girare meglio ci sarebbe anche stato. Il Bologna all’andata, Cagliari e Toro a gennaio, Spezia più di tutti (successo aquilotto decisamente largo, e non è stato l’unico quest’anno).
Sampdoria, ci vuole spirito di adattamento e coraggio…
Sampdoria, serve spirito di adattamento
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Cerchiamo di trovare una logica a qualcosa che una logica non ce l’ha?
Eccola: impossibile arrivare a risultati diversi battendo sempre le stesse strade. È un principio base della formazione manageriale. Se ripeti sempre gli stessi gesti, otterrai sempre gli stessi risultati.
Quindi: se in campo fai sempre le stesse cose, il risultato sarà sempre quello.
Vale per tutto: atteggiamento, errori individuali e collettivi, moduli, giocate offensive, incapacità di cambiare in corsa, sostituzioni.
Credo valga per tutti. Non c’è più tempo, il credito si sta esaurendo. Coraggio! È quello che serve, è quello che manca.