Anche Marius Stankevicius ha voluto rispondere alle parole di Antonio Cassano sulle qualità dei suoi vecchi compagni alla Sampdoria
Le parole di Antonio Cassano sui vecchi compagni della Sampdoria non ha lasciato indifferenti i componenti di quella squadra. L’ex talento barese, nel corso di un’intervista per il podcast di Fedez “Muschio selvaggio” aveva definito quella una squadra di “scappati di casa” (Sampdoria, Cassano giocava con degli scappati di casa? La risposta).
E, dopo la risposta di Luciano Zauri, (Sampdoria, Zauri: Cassano? Solo Maradona vinceva da solo…) è arrivata anche quella di Marius Stankevicius, attuale allenatore dell’under 21 della Lituania, ha giocato un anno e mezzo con Cassano, arrivando a Genova nel 2008 e andando al Siviglia nel gennaio 2010, perdendosi, quindi, la qualificazione ai preliminari di Champions League, ma tornando per giocare i preliminari – amarissimi – contro il Werder Brema.
Sampdoria, Stankevicius ricorda il rigore sbagliato da Cassano
Sampdoria, scappato di casa a chi? Stankevicius risponde a Cassano…
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L’ex terzino, al Secolo XIX, ha commentato con il sorriso le parole di Fantantonio:
Cassano lo prendo così com’è, mi fa sorridere. Lui sa chi sono io come persona. Non ero un campione, ma giocare con Baggio, Guardiola, come con Antonio, mi ha fatto crescere. Credo che non valga la pena fare una discussione su queste frasi: Antonio è bello così com’è, se lo vogliamo cambiare non va bene.
Lui ha sempre avuto questo modo di dire la sua ma è giusto lasciarlo parlare, altrimenti saremmo tutti uguali. Mi diverte vedere che sia rimasto lo stesso, con le sue battute. Non mi ha offeso per niente. Cassano ha un grande ego.
E Stankevicius si allinea al pensiero di Zauri: per vincere serve il gruppo. E poi si ricorda di un errore particolare di Cassano:
Che Antonio abbia fatto la differenza in alcune partite, anche se non in tutte, è vero e ben venga. Ma in una squadra c’è bisogno di tutti, di uno che fa i chilometri, di uno che guida, di uno che salta l’uomo. Senza una buona difesa o i centrocampisti che gli portavano la palla neanche lui avrebbe potuto fare nulla.
Da solo non vinci niente. E a tutti capita di sbagliare, come a lui con il rigore in finale di Coppa Italia.