La scelta di affidare la panchina a Dejan Stankovic è del presidente della Sampdoria Marco Lanna, ma occhio a Ferrero…
Mi piace molto – a pelle – la scelta di Dejan Stankovic per una Sampdoria chiamata a sovvertire il suo peggiore avvio di campionato nella storia. Una scommessa suggestiva e forse anche un po’ rischiosa. Ma le sensazioni iniziali sono positive. Ci vuole qualcuno che abbia davvero voglia e abbia davvero fame di allenare una squadra ultima in classifica e “difendere l’orgoglio” (mi è piaciuto molto questo passaggio nelle sue prime parole a Bogliasco) di una piazza che vive un momento estremamente delicato. Perché c’è il campo, lo sappiamo, e poi c’è tutta l’intricata questione societaria. E una cessione che per ora si fa sempre attendere come Godot.
La scelta di Stankovic mi piace anche perché stavolta questa è stata per davvero la scelta di Marco Lanna. Intendiamoci: non ho l’anello al naso e so bene che il tecnico serbo era stato inseguito lo scorso dicembre dall’ex presidente Massimo Ferrero, ironia della sorte proprio il giorno del suo arresto a Milano nella vicenda che lo vede ora al processo in Calabria con l’accusa di bancarotta fraudolenta. Però stavolta la scelta dell’allenatore è passata per davvero dal cda. E soprattutto da Marco Lanna, che ha ascoltato molto l’amico e ex compagno scudettato Marco Branca sulle qualità dell’ex mister della Stella Rossa (viceversa fu Mihajlovic a consigliare Stankovic a Ferrero) e che ha condiviso in pieno questo passo importante.
La storia ci racconta come Marco Lanna fosse contrario già in partenza lo scorso inverno all’operazione Giampaolo e anche a giugno – dopo una sofferta salvezza – non fosse tutt’altro che favorevole alla ripartenza col tecnico abruzzese in panchina. La scelta di confermare Giampaolo fu però figlia di una contingenza soprattutto economica visto il ricco contratto (1,2 milioni a stagione, davvero molto per una società commissariata) che peserà sui conti della società sino al giugno 2024.
Intendiamoci non è che Lanna non possa sbagliare o non possa prendere abbagli. Ma insomma la storia ci racconta come su Giampaolo l’attuale presidente blucerchiato avesse pienamente ragione: il suo ritorno alla Sampdoria è stato un fallimento totale. E se l’allenatore ha pagato anche per colpe a lui non ascrivibili bisogna pure ammettere che ci ha messo molto del suo.
C’è poi un altro elemento che ci fa capire come questa scelta di Stankovic sia figlia più di Lanna piuttosto che di Ferrero, che come sappiamo è sempre proprietario della Sampdoria attraverso un trust. Lo stesso Lanna e il cda prima di far firmare Stankovic hanno chiesto alla proprietà – e quindi appunto alla famiglia Ferrero – il via libera scritto per dare il là all’operazione.
Un passo importante che segna forse davvero per la prima volta una distanza di sicurezza tra l’attuale cda e l’imprenditore romano. Una sorta di garanzia preventiva di fronte a eventuali contestazioni dello stesso Viperetta rispetto alla scelta Stankovic. Del resto solo lo scorso aprile – con la squadra a rischio retrocessione – nei giorni precedenti alla gara poi pareggiata a Verona fu proprio Ferrero tramite i suoi legali a contestare in una lettera le scelte e la gestione dell’attuale cda. Un cda che formalmente dovrebbe avere piena autonomia ma che – ricordiamolo sempre – è stato comunque nominato col parere favorevole della proprietà e che dunque è sempre in qualche modo ricollegabile a Ferrero.
Le parole di Claudio Ranieri
A proposito di casting allenatori, mi pare che un indizio sulla situazione societaria reale della Sampdoria attuale sia arrivato in questi giorni nientemeno che da Claudio Ranieri. “Sarei tornato alla Samp ma ho capito che non è cambiato granché, nel senso che la proprietà è rimasta la medesima. E allora mi sono tirato fuori da questa situazione. Non me ne andai per soldi ma a causa di divergenze con la proprietà” le parole di Sir Claudio alla Gazzetta dello Sport. Ve lo ricordate il saluto di addio di Ranieri alla Samp nel 2021? Nella sua conferenza stampa conclusiva ringraziò tutti quelli che aveva conosciuto nell’esperienza genovese – persino noi giornalisti (che signore, non è da tutti) – senza però spendere nemmeno una parola per Massimo Ferrero con cui evidentemente il feeling non era mai nato.
Se lo dice Ranieri credo sia ancora una volta il momento di fare due più due. Bisogna riconoscere che la presidenza Marco Lanna ha obiettivamente portato aria nuova, aria fresca, ha riacceso il legame con la tifoseria dopo la voragine affettiva creata dal Viperetta negli ultimi 8 anni. Bisogna poi ribadire l’importanza della scelta di Stankovic pienamente condivisa da Lanna e dal cda. Detto questo, resta sempre da capire il ruolo di Massimo Ferrero.
La scelta Stankovic è di Lanna, ma qual è il ruolo di Massimo Ferrero?
Sampdoria, Stankovic lo ha scelto Lanna, ma Ferrero non è sparito…
LEGGI ANCHE Sampdoria, Stankovic per Viviano ha “l’X Factor”…
Beh, il ruolo di Ferrero non credo che cambi o sia destinato a cambiare rispetto al recente passato. Al netto dell’interdizione all’attività imprenditoriale (misura che potrebbe presto decadere) lui è di fatto il proprietario della Sampdoria e lo è dal 2014. Pensare che l’imprenditore romano non abbia voce in capitolo o comunque non cerchi di farsi ascoltare è un po’ come credere alle favole: all’interno del cda e all’interno della società continuano a lavorare tanti uomini che già sono stati uomini di Ferrero e che con lui hanno un rapporto quantomeno professionale. Questa non è un’accusa per nessuno ma un dato di fatto.
Arrivo a dire poi che il cda guidato da Lanna in questi mesi ha lavorato molto e ha cercato di far quadrare i conti in tutti i modi in una situazione di oggettiva difficoltà, e questo di sicuro è un merito per il board. Lo stesso Lanna poi si era ribellato con forza di fronte a certe situazioni che avevano creato malumore all’interno del club: possiamo anche derubricare l’episodio degli auguri al figlio di Ferrero pubblicati (e poi rimossi) sul sito della Sampdoria lo scorso 5 agosto come una buccia di banana, come un errore sicuramente evitabile. Ma quello fu uno dei segnali di un collegamento che esisteva ed esiste tra la Sampdoria attuale e il suo proprietario.
Senza cessione, la Samp non sarà libera da Ferrero
Quindi insomma per farla breve non ne farei un problema di presenza o meno fisica di Ferrero a Genova o eventualmente a Milano per il presunto incontro con Stankovic (cosa che personalmente non mi risulta ma posso sbagliarmi). Perché comunque questa Sampdoria finché non andrà in porto questa benedetta cessione non sarà mai completamente libera da Ferrero.
Basti pensare – nota a margine – anche alla riapertura di una certa sfiducia nei confronti di Osti dopo l’esonero di Giampaolo, a cui il dirigente veneto era molto legato. Un eventuale allontanamento di Osti (che alla fine è rimasto al suo posto) sarebbe stato facilmente collegabile proprio alla volontà di Ferrero, ai ferri corti con l’attuale responsabile dell’area tecnica ormai da almeno 13 mesi (l’anno scorso ricordiamo Osti venne sospeso a settembre e poi reintegrato in inverno dopo i guai giudiziari del Viperetta).
Voglio però chiudere con un messaggio di speranza. Voglio pensare che la scelta di Stankovic da parte di Lanna possa portare risultati sul campo. Ma possa soprattutto rappresentare l’inizio di una fase nuova per il club. Perché Lanna pur tra alti e bassi rappresenta sempre l’uomo di garanzia all’interno del club. Lanna oggi è forse l’ultima vera speranza di questa Samp, per chiudere questo capitolo complicato e favorire un tanto atteso passaggio di consegne. Una Samp che ha bisogno come il pane della cessione societaria ma che ha bisogno anche di muovere la classifica. Con o senza l’ombra ingombrante di Ferrero.
Marco Bisacchi