Una bella Sampdoria è stata fermata dalla sfortuna non solo dalle decisioni di Dionisi. Difetti? Qualcuno ma tutto è ancora migliorabile…
Non inizia bene questo campionato, amici lettori di fede Doriana (ma anche di altre fedi). E non mi riferisco solo al risultato, frutto sciagurato di episodi tutti pro-Gasperson e la sua banda in evidente ritirata, almeno a quanto visto a Marassi. Mi riferisco ai capricci della dea Eupalla, che è tornata sui livelli di ingiustizia pre-derby del 30 aprile, e all’atteggiamento arbitrale, da subito nefasto e, quindi, o ignorante, o filoguidato dal palazzo.
A me, a tutti, la Sampdoria non è dispiaciuta, anzi. Ha giocato di più e meglio della Dea, ha avuto più occasioni, è andata subito vicina al gol ed è persino passata in vantaggio. Non è stata inferiore per cifra tecnica e le ha più date che prese – perché ne ha anche prese – in tutta la partita.
Il risultato della Sampdoria condizionato dal Var…
Poi, a decidere, episodi di campo e soprattutto di sala Var, dove l’errore – ma francamente ho smesso da tempo di credere agli errori “di sbaglio” – ha condizionato l’andamento della gara.
Disamina necessaria: fino al goal annullato a Caputo, decisamente più Doria che Dea. Poi, come a subire un contraccolpo, dieci minuti di Atalanta, soprattutto sul fianco sinistro blucerchiato, dove Djuricic ha coperto male la sua zolla di terreno, mandando in difficoltà anche Augello, mentre sull’altro lato Bereszynski (in non perfette condizioni) e un discreto Leris sono stati più disciplinati.
In quei dieci minuti, però, la Sampdoria ha preso un gancio al volto (il palo di Maehle, prestazione bruttina la sua) e un pugno da ko, il gol facile – troppo facile – di Toloi.
Nella ripresa, a parte una zuccata fuori di un (secondo me, ma mi vedo in minoranza) pessimo Okoli, che ha concesso a Caputo tutte le prime palle (Caputo, non Shaquille O’Neal), ha speso un cartellino idiota a centrocampo, e ne ha rischiato uno serio su De Luca nella ripresa, solo Sampdoria: il colpo di testa sfiorato da Sabiri, il palo dello stesso “capitano morale” della squadra di Giampaolo, le due occasioni di Quagliarella, il mischione finale.
Sampdoria, Caputo merita di giocare con De Luca…
Sampdoria, tutto è ancora migliorabile…
LEGGI ANCHE Sampdoria, La Repubblica: confronto Giampaolo-Caputo
Solo sfortuna? No. Al di là della prestazione, più che sufficiente, e dell’atteggiamento aggressivo e volitivo (ben diverso da tante scialbezze della stagione scorsa) qualcosa da rivedere esiste, eccome.
Ad esempio, l’indice di pericolosità – se così vogliamo chiamarlo – pende sicuramente dalla parte di una Dea involuta, fallosa e protestataria, non meno del suo burlone di allenatore. Gli orobici hanno, di fatto, concluso quattro volte verso la porta, che a fronte di una condotta di gara a mio avviso ampiamente insufficiente è davvero troppo. Segno, quindi, che i filtri (ah, i filtri, quanti ricordi…) hanno funzionato relativamente.
Al contrario, per come ha condotto la gara, la formazione blucerchiata è stata fin poco pericolosa: due azioni da goal (da goal vero, non fuffa) nel primo tempo, quattro nel secondo, mettendoci dentro anche il palo su punizione.
Se Caputo potesse giocare con un altro attaccante…
La coperta è corta, ma non tanto per temi di mercato, che pure dovrà ancora definire la rosa in alcuni non secondari dettagli. Il fatto è che se allarghi un po’ la squadra per contrastare quello che storicamente è sempre stato il limite principale del gioco di Giampaolo (squadra stretta = sofferenza sui cambi di gioco avversari) lasci la tua unica punta in balia di due, se non tre, difensori avversari. Se poi questa punta è Caputo, che ha imparato a fare a sportellate ma è e resta uno stoccatore e non un centroboa, ecco che la mole di gioco trova scarsa o nulla finalizzazione.
Caputo avrebbe forse meritato di provare a giocare in tandem con De Luca. Ne avrebbe sicuramente giovato lui e tutta la squadra. Va detto però che lo spostamento in avanti del baricentro, ha portato, nel finale, e inevitabilmente, a spalancare praterie all’Atalanta, che – anzi – ne ha approfittato fin poco, tremebonda come è apparsa in difesa del proprio, illegittimo vantaggio.
Il calendario non aiuta, il mercato non si sa. Solo un trauma positivo potrebbe dare quella scossa di cui il Doria ha terribilmente bisogno. Anche perché le prossime gare in calendario fanno tremare le vene dei polsi. Incrociamo le dita.