La crisi della Sampdoria è solo colpa di Marco Giampaolo? Forse no ma oggi l’unica soluzione sembra quella di mandare via il tecnico (e chi lo conferma)
Bastava leggere la Puntina per risparmiare un sacco di soldi, un milione e duecentomila euro l’anno, netti, secondo quanto si legge nelle classifiche degli ingaggi pubblicate dai giornali sportivi.
Leggere per non chiamare un allenatore reduce da due fallimenti consecutivi e che oggi ha una media punti di 0,28 a partita, proiezione undici punti a fine campionato.
Bastava leggere la Puntina per rendersi conto che Marco Giampaolo, persona straordinariamente perbene per quanto posso testimoniare di ogni volta che l’ho incontrato, non era l’uomo giusto, né al posto giusto.
Eppure, c’era pieno di aedi, di teorici del Maestro, di leccaculo anche, di un allenatore che si è avuta l’impressione che sia arrivato qui solo perché erano tornati Antonio Romei (e in subordine Carlo Osti) e in qualche modo dovevano esprimere la loro rinnovata primazia in società, da cui erano stati emarginati (nel caso di Osti, a mio parere, anche in modo sbagliato e comunque non bellissimo esteticamente).
Perché difendere ancora Giampaolo?
Ma, proprio perché l’hanno chiamato, o suggerito, credo siano anche i primi che debbano risponderne.
E in qualche modo, il fatto che tutto questo avvenga alla Spezia – dove si pensava di chiamare Giampaolo lo scorso anno e forse, se lui avesse detto di sì, la squadra non sarebbe più in serie A – è come una nemesi assoluta. Stiamo raccontando di un dramma sportivo, che rischia di diventare anche un dramma societario, almeno finché non si materializzano compratori.
Spero che ne arrivino mille, fra cui scegliere, e che siano gli uomini più ricchi del mondo. Alcuni amici mi dicono che la prossima settimana potrebbe arrivare qualche novità, e lo spero sinceramente, ma credo che continuare a creare finte aspettative nei tifosi blucerchiati sia qualcosa di scandalosamente cinico, qualcosa di profondamente sbagliato.
Crisi Sampdoria, mandare via Giampaolo l’unica soluzione possibile?
Sampdoria, via Giampaolo e chi lo conferma…
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Se si annuncia per cento volte il passaggio della società, magari alla centesima avviene realmente, ma non è che questo cancella le novantanove volte in cui non è accaduto. Anche un orologio rotto segna due volte l’ora giusta in un giorno.
Ma torniamo al Maestro: è chiaro che è ormai improponibile.
E la sosta di campionato viene bene per tornare alla logica del calcio, tranne che si sia terrappiattisti del Maestro – ne sopravvive qualcuno, soprattutto fra i giornalisti – per ringraziarlo e salutarlo.
Ribadisco le mie scelte: Aurelio Andreazzoli è un maestro di vita e di calcio, Leonardo Semplici ha il vantaggio di costare poco.
Ma mi rendo conto del dramma economico della Sampdoria che, senza una proprietà vera, rischia di naufragare e di fallire.
E quindi ipotizziamo che non ci siano i soldi, ma nemmeno un centesimo, per pagare un allenatore.
Sampdoria, via Giampaolo e richiamare D’Aversa?
A questo punto, anzi a questa Puntina, le soluzioni sono due: immaginiamo che D’Aversa non lo vogliano proprio chiamare per non ammettere la loro clamorosa topica dello scorso anno – con gli applausi della claque e con il solo Marco Lanna messo di fronte alla scelta già fatta, cosa per me irrispettosa del grande ruolo del presidente e dei suoi enormi meriti in mezzo a macerie societarie, meriti da condividere con Alberto Bosco e Gianni Panconi e con il capo dei revisori dei conti Marcello Pollio – allora non ci penserei un attimo a chiamare Felice Tufano, Enrico Nicolini o chiunque sia nell’organigramma societario.
Chiunque che non sia il Marco Giampaolo di oggi.
Ma, visto che penso che occorra ragionare con la testa e non con la pancia, la soluzione è davanti agli occhi di tutti e si chiama Roberto D’Aversa, ancora a libro paga.
Ha fatto malissimo con Cagliari e Torino, lo scorso anno, verissimo.
Ma è altrettanto vero che senza i suoi 20 punti nelle prime ventidue partite, per di più senza pubblico, la Sampdoria sarebbe retrocessa, altro che il Maestro.
E basta vedere la media punti di D’Aversa e quella del Maestro depurata della vittoria con la Fiorentina a salvezza già ottenuta per capire che, se c’è un artefice della salvezza della Samp, questo è proprio l’ex allenatore del Parma, peraltro legatissimo a Genova, come ha sempre dimostrato con la sua sensibilità nei confronti dei morti del Morandi, merce rara nel calcio.
Dico di più: quando venne arrestato Massimo Ferrero, senza i punti ottenuti in quelle settimane da D’Aversa e la sua capacità di tenere la rotta di una barca alla deriva, la Sampdoria sarebbe certamente retrocessa.
Il problema resta economico…
Insomma, anche senza soldi, io dubbi non li avrei.
E chi dice il contrario o vende fumo o non vuole il bene della Sampdoria.
Quello che non è accettabile è l’incapacità di reagire, l’ineluttabilità della retrocessione.
La pausa viene benissimo, almeno per provarci.
Insomma, credo che l’unica speranza sia esonerare subito Giampaolo.
E con lui chi, come Osti, ha detto che “contro il Monza sarà certamente il nostro allenatore”.
Ecco, se possibile, parole del genere sono ancora più gravi dei due punti in classifica. Penultimo, ma con una partita in più.
Via Giampaolo e via chi lo difende.