Niente Sampdoria nelle parole di Gianluca Vialli. Per una volta è così. L’ex attaccante blucecerchiato torna a parlare, lo fa nel giorno di Pasqua in una lunga intervista dove ripercorre la sua malattia…
A La Repubblica Gianluca Vialli parla di un pò di tutto ma non di Sampdoria. C’è la sua malattia, il Coronavirus nella sua Cremona, in tutta Italia. Poi c’è il calcio, quello azzurro, quello di un campionato che potrebbe ricominciare. C’è anche la Champions e i suoi ricordi con la Juventus. Per una volta la Sampdoria non nei suoi racconti…
Luca, “come stai” è diventata d’improvviso una domanda diversa.
“È vero, non è più soltanto un convenevole. Abbiamo bisogno di sapere se le persone stanno ancora bene”.
E lei come sta?
“Bene, grazie. A dicembre ho concluso diciassette mesi di chemioterapia, un ciclo di otto mesi e un altro di nove. È stata dura, anche per uno tosto come me. Dura, dal punto di vista fisico e mentale. Gli esami non hanno evidenziato segni di malattia. Sono felice, anche se lo dico sottovoce”.
Cosa significa ritrovare la salute?
“Significa vedersi di nuovo bene allo specchio, guardare i peli che ricrescono, non doversi più disegnare le sopracciglia con la matita. In questo momento, può sembrare strano ma mi sento quasi fortunato rispetto a tanta gente”.
LEGGI ANCHE Sampdoria, Ferrero perde 20 milioni di euro
Come si combatte la paura di morire?
“Pensando ai desideri, concentrandosi su quanto ci piace davvero, e su quanto vogliamo che ogni cosa ritorni. Non bisogna sentirsi egoisti e non si deve permettere al cervello di andare da un’altra parte”.
Molti parlano di battaglia, di guerra.
“Nel mio caso è un viaggio. Un percorso di introspezione, un’opportunità. La malattia è un’esperienza di cui avrei fatto volentieri a meno, però è successo e allora cerco di metterla a frutto…”.
Questo lo stralcio di intervista rilasciata da Gianluca Vialli a La Repubblica.