L’inchiesta per lo scandalo plusvalenze continua: su 62 operazioni, solo undici sono state ritenute congrue e le società possono rischiare fino alla retrocessione
Continua l’inchiesta della Procura federale sullo scandalo plusvalenze. Le valutazioni di undici calciatori, tra cui Cancelo e Danilo, sono state ritenute congrue. Mentre le restanti 51, che comprendono quelle di Osimhen, Audero, Rovella e altri, rimangono sotto osservazione.
Nella relazione, come si legge sulla Gazzetta dello Sport, poi compare un passaggio che moltiplica i rischi per alcune società. Stando agli inquirenti, infatti, i benefici delle plusvalenze avrebbero aiutato alcune squadre a ottenere la licenza nazionale. Nell’analisi, infatti, Parma, Pisa e Pescara, sono state citate per la mancanza di requisiti per l’iscrizione al campionato 2020/21.
Scandalo plusvalenze, cosa rischiano le società coinvolte
Scandalo plusvalenze, 51 operazioni sotto inchiesta: cosa rischiano le società
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Al momento, però, siamo solo alla fase istruttoria. I deferimenti non sono ancora arrivati e le difese potrebbero ribaltare gli scenari. Certo è che la relazione della Procura ha smontato diversi valori dei giocatori coinvolti, basandosi su alcuni parametri come età, ruolo, carriera, storia economica.
In base a ciò Rovella, passato dalla Juventus al Genoa, non valeva 18 milioni ma 6. Moreno Taboada, dalla Juve al City e Portanova, andato al Genoa due e non 10. Audero tredici e non venti.
Le società coinvolte, se arrivassero i deferimenti, potrebbero rischiare anche una penalizzazione in classifica. Se, infatti, sussistesse la “mancata lealtà” – articolo 4 – e le “violazioni economiche e gestionali” – articolo 31 – il rischio sarebbe trovarsi con un -1 o un -2 in classifica. In caso, invece, di violazione per iscriversi al campionato potrebbe arrivare persino la retrocessione o l’esclusione.