Gli scontri nel derby tra ultras della Sampdoria, del Genoa e la polizia potrebbero portare la Procura a imputare, tra le altre cose, la devastazione e la pubblica intimidazione
A poco meno di una settimana dagli scontri tra tifosi del Genoa, della Sampdoria e la polizia continuano le indagini. Quanto accaduto prima, durante e dopo il derby del 25 settembre non sarà lasciato passare facilmente dalla giustizia, che sta facendo il suo corso, mentre le società stanno pagando con un turno a porte chiuse ciascuna e tre trasferte senza tifosi.
Su Secolo XIX emergono le contestazioni della Procura di Genova e i capi di imputazione sono pesanti. Si parla di “pubblica intimidazione con uso di armi”. I protagonisti degli scontri, infatti, avrebbero cercato di “incutere timore pubblico” e provocare “disordini facendo esplodere qualsiasi genere di ordigno”.
Scontri nel derby: i capi di imputazione per gli ultras di Genoa e Sampdoria
Scontri nel derby: disordini con qualsiasi ordigno. Le tre accuse per i tifosi di Genoa e Sampdoria
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In occasione del derby di Coppa Italia, le tifoserie di Sampdoria e Genoa hanno cercato di venire a contatto, con la polizia intervenuta per evitare che ciò accadesse. Il risultato dei lanci di bottiglie, bonbe carte e fuchi d’artificio è stato di 38 feriti e ha portato la Procura a imputare la pubblica intimidazione, per cui le pene vanno dai 3 agli 8 anni di reclusione.
Gli inquirenti – coordinati dalla pm Monica Abbatecola – starebbero anche prendendo in considerazone altre due imputazioni: l’associazione a delinquere e devastazione e saccheggio, per cui le condanne potrebbero andare dagli 8 ai 15 anni.