Il presidente delle FIGC, Gabriele Gravina, vuole attuare le sue riforme per cambiare il calcio italiano e la Serie A. Ecco il suo piano
“Il calcio italiano non può restare immobile“. Lo ha detto il presidente della FIGC Gabriele Gravina, che ha parlato al Festival dello Sport di Trento.
Dobbiamo riflettere su come arricchire il nostro mondo e trovare soluzioni condivise. Tutti devono avere un ruolo di responsabilità in tal senso, anche la parte politica. Il cambiamento è un elemento oggettivo, un punto di non ritorno.
Ogni 10-15 anni il calcio cambia e si evolve. Dalla tecnologia alla velocità, cambia il modo di informare e vivere la partita. Il calcio non può rimanere immobile. Io vorrei svolgere nel miglior modo possibile il mio ruolo. I punti su cui lavorare sono tanti, uno degli obiettivi è riportare una grande competizione nel nostro Paese.
Dallo suo stato attuale del calcio italiano, alle sue idee su come modernizzare l’intero movimento. L’obiettivo è quello di essere sempre più competitivi.
Serie A, le parole del presidente della Serie A Gabriele Gravina
Serie A, Gravina vuole cambiare le regole per le sue riforme. Le parole
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Poi altri due punti: vivai e infrastrutture. Sui vivai ci muoveremo con un dipartimento tecnico che sarà guidato da due top del settore per valorizzare i 50 centri Federali. Con il presidente della Lega di A Casini faremo in modo di dare ai giovani la possibilità di essere inseriti nelle squadre.
Le infrastrutture sono indispensabili, intanto siamo candidati ad Euro 2032. E poi il tema fondamentale è il problema dei ricavi. È un problema, esiste. Dobbiamo anche ridurre i costi, siamo attenti e severi nel controllare sostenibilità e solvibilità dei club. Sono elementi di sopravvivenza.
Poi la stoccata nei confronti dei club. Nell’ultimo periodo tra il presidente della FIGC e i presiedenti dei club di Serie A il rapporto non è stato ‘rosa e fiori’ per usare un eufemismo.
La nostra sostenibilità nel Mondo del calcio è anche sociale. Il 21 dicembre ci sarà una Assemblea Generale per progettare lo sviluppo del calcio italiano. Un’assemblea straordinaria, a furia di veti incrociati non si riesce a portare avanti un progetto organico.
Per parlare di riforma, la mia proposta il 21 dicembre sarà di togliere il diritto di veto in capo a ciascuna società e componente, i veti non permettono di trovare unità di intenti. Ci confronteremo, cambiamo le regole e poi affronteremo il tema della riforma del calcio italiano, che non è una minaccia ma un’opportunità.