Conquista made in USA del calcio italiano, Genoa solo l’ultimo club di Serie A della lista. L’analisi di questo fenomeno che sembra non potersi più fermare.
In data 22 settembre è avvenuto un cambiamento epocale per il calcio genovese. Il Genoa, dopo 18 anni di presidenza Preziosi, passa al 99,9% agli americani del fondo 777 Partners. Una rivoluzione grandissima a Genova, ma che in realtà segue le orme di un fenomeno ormai in atto da anni in Serie A. I rossoblu sono già l’ottava squadra del massimo campionato italiano a finire in mani straniere, la sesta a battere ormai bandiera a stelle e strisce.
Milan, Fiorentina, Roma (prima con James Pallotta e ora con i Friedkin), Venezia, Spezia e ora Genoa sono le società controllate da un fondo o un proprietario americano. Senza contare che anche la Sampdoria, qualche anno fa, con il famigerato “fondo Vialli” e il duo Dinan-Knaster sarebbe potuta diventare una proprietà straniera. Ma che cosa attira così tanto della Serie A da spingere investitori americani a rilevare le società al vertice del calcio italiano?
Stando all’analisi dell’esperto di finanza americana e attualmente advisor Samuele Pasi, le ragioni sono più di una. In un suo intervento al Secolo XIX, Pasi afferma come il calcio italiano sia un settore in espansione, in grado di attirare investitori per le possibilità di crescita che possiede ancora in rapporto ad un costo relativamente basso. I costi delle società, delle rose e delle infrastrutture di club di Premier League, di Bundesliga o di Liga spagnola sono più elevati di quelle italiane, con le quali si può lo stesso ambire ad un posto in Champions League.
Serie A sempre più in mano a fondi americani. Le ragioni tra alto potenziale, basso costo e stadi vecchi
Serie A, invasione di fondi americani: i motivi dietro questo fenomeno
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Certo, gli investimenti richiesti per poter vincere in Europa sono tanti, ma il prezzo di partenza (anche solo per rilevare una società) è inferiore. Oltretutto le società italiane offrono possibilità di investimento maggiori rispetto a quelle estere anche in altri settori, complice una sostanziale arretratezza del movimento calcistico in Serie A. Un esempio lampante è la condizione degli stadi e degli impianti, per la maggior parte vecchi e senza strutture o servizi come negozi, store, merchandising o ristorazione.
Con una spesa relativamente bassa, l’investitore si può procurare in prospettiva un guadagno più che invitante. Laddove all’estero i servizi sono in generale più sviluppati e, oltre ad aumentare il costo del club, non porterebbero un guadagno così esponenziale come può avvenire in Italia. Oltre alla garanzia di una vetrina importante per espandere i loro investimenti extra calcistici, perlopiù (spiega Pasi) immobiliari, come potrebbe essere, in via ipotetica, il caso del Genoa. E non casualmente uno dei primi argomenti toccati dai soci 777 Partners è stato proprio il Ferraris, oggetto delle mire di ristrutturazione degli americani.
L’invasione della Serie A da parte degli stranieri ha anche a che fare con la volontà di imparare il modo in cui si vive e si gestisce un campionato e l’intero movimento calcistico. Il Soccer negli USA si sta espandendo e l’Europa offre i modelli sportivo-istituzionali migliori per apprendere come raggiungere risultati di alto livello. E per entrare nel calcio europeo, la Serie A e l’Italia sono, per gli americani, la porta più prestigiosa e più economica possibile.
Dunque è per questo che sempre più investitori di oltreoceano giungono in Italia con valigie cariche di milioni di dollari. Ed è per questo che, probabilmente, il fenomeno non si fermerà ma, al contrario, aumenterà ancora di più. Perché ci sono grandi margini di guadagno e perché qualcuno, come il patron viola Rocco Commisso, può comunque fare scelte di cuore. Tutto un insieme di fattori che potrebbero rendere la nostra Serie A sempre più a stelle e strisce.